Luigi Bergamin, terrorista costituitosi in Francia dopo l’ondata di arresti avvenuta nei giorni scorsi sul suolo transalpino, si è visto estinguere quest’oggi, martedì 11 maggio 2021, la pena per prescrizione da parte della Corte d’Assise di Milano. L’annuncio ufficiale è stato dato dal suo legale, Giovanni Ceola, ai microfoni dell’agenzia stampa Adnkronos, che scrive: “Solo ieri, nell’incidente di esecuzione davanti alla corte presieduta dal giudice Ilio Mannucci Pacini, il pm di Milano Adriana Blasco aveva chiesto di rivalutare la prescrizione di Bergamin rispetto alla condanna a 27 anni diventata definitiva l’8 aprile 1991 per i delitti di Antonio Santoro e Andrea Campagna”.
In particolare, a detta del pm, erano “due i motivi per cui la prescrizione non sussisteva: nel caso del delitto di Santoro (23 anni di condanna) era intervenuta un’ordinanza declaratoria di delinquenza abituale che blocca definitivamente la prescrizione”, mentre “nel caso dell’omicidio Campagna invece non andava tenuto conto della decisione della corte d’assise di Milano del 2008 che ha dichiarato prescritto il reato per cui Bergamin è stato condannato solo a 2 anni”.
PRESCRIZIONE PER LUIGI BERGAMIN
Adnkronos, in merito alla pena prescritta per Luigi Bergamin, dopo il dialogo con l’avvocato Ceola afferma inoltre quanto segue: “Per il rappresentante dell’accusa, l’omicidio di Campagna non va calcolato ‘in continuazione’, ma in quanto tale e dunque la condanna ‘virtuale’ non può essere inferiore a 21 anni, portando così la pena definitiva che l’ex terrorista deve scontare a 18 anni 11 mesi e un giorno (2 anni in più della pena attuale)”. Tuttavia, è “di diverso avviso la difesa di Bergamin che ritiene pacifica la prescrizione dichiarata dalla Corte d’Assise sull’omicidio Campagna e per quanto riguarda l’assassinio del maresciallo Santoro si appella al fatto che pende un giudizio di impugnazione sulla recente ordinanza riguardo la delinquenza abituale: in quanto non definitiva non può essere applicata al caso è dunque tutto si è prescritto l’8 aprile scorso”. In data odierna la difesa si è vista riconoscere la ragione dalla Corte meneghina.