LUIGI BUSÀ E IL RAPPORTO CON IL PADRE

Luigi Busà, primo italiano a vincere la medaglia d’oro olimpica nel karate, aveva già affrontato i temi che ne hanno caratterizzato adolescenza e crescita: vale a dire, il rapporto con il padre e il bullismo. È tornato ad analizzare il primo qualche tempo fa, dopo aver trionfato a Tokyo: un argomento come detto già trattato, che ciclicamente ritorna. Luigi Busà fa parte di una famiglia dedita al karate – lo praticano a livello internazionale anche le sorelle – e il padre gli ha sempre fatto da allenatore. “Sono convinto sia stato un grande coach, ma il rapporto con lui pur se bello è stato difficile”.

Il motivo? Non tanto qualche screzio, ma uno scambio puramente professionale: lo ha detto lo stesso Busà, per anni i dialoghi tra lui e papà hanno riguardato esclusivamente il karate, le gare e gli avversari da affrontare, tanto che di fatto il karateka si è trovato ad avere più un maestro che un padre. Le cose sono cambiate quando il suo mental coach gli ha fatto capire che “devo amare i miei genitori a prescindere da quanto succede, senza giudicarli”. Il rapporto con il padre è cambiato: una chiacchierata di 3 ore ha portato a un dialogo molto più aperto e sereno, con tante risate.

LUIGI BUSÀ E IL BULLISMO

Circa il bullismo, anche in questo caso non si tratta poi di episodi violenti o particolarmente umilianti: Luigi Busà aveva già confessato di essere stato preso in giro da ragazzino, quando percorreva le strade di Avola. All’epoca era “in carne”, per usare la sua espressione, piuttosto cicciottello prima che il karate ne cambiasse il fisico, e così i coetanei e in generale i ragazzini del posto usavano chiamarlo “arancino”.

Lui, da parte sua, ha più volte confessato che se anche si trattava di bullismo lui non lo ha mai avvertito come tale: questo, proprio grazie al padre che gli ha sempre dato forza facendolo crescere con grande autostima. Busà rispondeva dunque “un giorno vedrete”, e infatti chi lo prendeva in giro adesso sta realmente vedendo; per il resto, questi episodi hanno permesso a Luigi Busà di affrontare oggi un percorso di avvicinamento alle famiglie dei bullizzati per far accrescere l’autostima dei figli, “oltre che far intraprendere un percorso agli stessi bulli che sono i primi a essere deboli”.