Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, ha concesso la prima intervista dopo aver abbandonato il Movimento Cinque Stelle e avere fondato “Insieme per il futuro”. Ai microfoni del “Corriere della Sera”, il rappresentante della Farnesina ha tenuto a precisare che sulla guerra in Ucraina una forza politica seria e responsabile deve agire con maturità, non in base al sentiment dei social e dei sondaggi, “cosa che non è stata fatta dai dirigenti del M5S”. E a “La Repubblica” ha spiegato: “Non ho rotto col M5S con un pretesto, ma perché si è cominciato a mettere in discussione il fatto che l’Italia dovesse stare nella sua alleanza storica. Quando vedo che l’ambasciatore russo a Roma fa l’endorsement alla bozza di risoluzione della mia forza politica sulle armi a Kiev e il Movimento non risponde, allora faccio un’operazione di verità e chiarezza”.
Draghi dice che non guiderà un altro governo, ma i gruppi parlamentari di “Insieme per il futuro”, ha chiarito Di Maio al “CorSera”, “saranno in ogni caso i garanti della stabilità dell’esecutivo, che non può subire ricatti da nessuna forza politica. La libertà e il coraggio dei parlamentari, ai quali si aggiungono eurodeputati e consiglieri regionali e comunali, dimostrano che è finita l’era delle ambiguità, della propaganda, degli slogan. Insieme per il futuro è la base di un nuovo progetto che deve aggregare e allargarsi sempre di più alla società civile, agli amministratori locali e regionali, che più di tutti hanno aiutato gli italiani. Nei prossimi giorni aderiranno già i primi sindaci. Dopo l’estate lanceremo una grande convention di idee dove si parlerà di temi e di futuro”.
LUIGI DI MAIO: “MI AUGURO SI TROVI UN COMPROMESSO SULLO IUS SCHOLAE”
Ancora su “La Repubblica”, Luigi Di Maio, dopo avere puntualizzato di non avere alcuna intenzione di creare un partito personale o un movimento fittizio per la poltrona, né una zattera utile esclusivamente ad arrivare a fine legislatura, a proposito dello scontro sullo Ius Scholae ha detto: “Mi auguro si trovi un compromesso. Ma mi sconcerta che si usi come una bandierina per picconare il governo. Insisto: mostriamo compattezza, oltre tutto e tutti, perché abbiamo, davanti a noi, battaglie grandi. Che non si superano con leggi italiane. Si risolvono solo stando con la massima coesione ai tavoli internazionali”.
In questo momento, se il governo Draghi dovesse cadere, “non so a quali livelli può schizzare lo spread: vecchia e temibile creatura con cui abbiamo già fatto i conti. Ma, certo, per le famiglie, i costi continueranno ad aumentare e i tassi sui mutui a salire, l’impatto sarà devastante. Perché nel mondo c’è grande fiducia in questo governo, nel premier Draghi e nel nostro Capo dello Stato Mattarella. Ed è un dato da cui non possiamo prescindere”.