Rischia la radiazione il medico Luigi Garavelli, dopo essersi presentato all’evento No Green Pass. Come riferisce l’edizione Torino del Corriere della Sera, contro lo stesso camice bianco vi sarebbe in corso un’azione da parte dell’Asl e dell’Ordine dei Medici, e le conseguenze nei suoi confronti potrebbero essere pesantissime. Il primario di Malattie Infettive dell’ospedale Maggiore di Novara è finito nell’occhio del ciclone in queste ore per aver presenziato ad una manifestazione organizzata ad Alessandria nei confronti dell’estensione del Green Pass a numerose realtà commerciali, partecipazione che ha indotto l’apertura di un’azione disciplinare nei confronti dello stesso sanitario che però si difende: «non ho partecipato alla manifestazione ma sono intervenuto su richiesta di una conoscente – le sue parole riportate dall’agenzia Ansa – per portare una serie di elementi condivisi dalla comunità scientifica. E quando ho detto che sono vaccinato, come mia moglie e i miei suoceri, sono stato fischiato e insultato».



Garavelli, laureatosi a Pavia nel 1985, e da più di vent’anni direttore di Struttura Complessa di Malattie Infettive dell’ Azienda Ospedaliero Universitaria «Maggiore della Carità» di Novara, aggiunge: «Sabato pomeriggio ero ad Alessandria per acquistare, su indicazione della fisioterapista, una ginocchiera adatta alla stagione. Ho visto un assembramento sotto il municipio e, per l’appunto, una mia conoscente mi ha chiesto di intervenire. Quando ho detto che ritengo la vaccinazione uno dei tanti strumenti fondamentali alla lotta al Covid, sono stato subissato da fischi e insulti».



LUIGI GARAVELLI, MEDICO NOVARA A EVENTO NO GREEN PASS: LA REAZIONE DELL’ORDINE DEI MEDICI

«Allora mi sono arrabbiato – ha proseguito – e sono intervenuto con più decisione, con l’aiuto di un megafono per far sentire con più efficacia le mie spiegazioni. E lo rifarei, perché l’errata comunicazione è stato lo sbaglio più grave commesso durante la pandemia».

Immediata la reazione dell’Ordine dei Medici: «Stiamo valutando – le parole del presidente Federico D’Andrea – se esistono i presupposti per un’azione disciplinare e se sarà il caso apriremo un procedimento. Esiste un Codice deontologico che obbliga i medici a tenere determinati comportamenti», e il rischio va dall’avvertimento alla censura, arrivando poi alla sospensione e infine alla radiazione.