Stimato politico e sociologo, Luigi Manconi è intervenuto ieri, domenica 16 maggio, a Omnibus per parlare di uno dei dossier più roventi per il governo Draghi, ovvero quello legato alla giustizia. Un clima già reso acceso dallo scontro interno alla magistratura: «Stiamo assistendo non all’ultimo atto di una resa dei conti tra la magistratura e la politica, bensì a una resa dei conti crudele e drammatica all’interno della magistratura. Tutti i conflitti che accendono i contrasti, che rendono così debole la magistratura, nascono all’interno della magistratura e lì si consumano, dal caso Palamara al caso Amara».
La politica, secondo Luigi Manconi, non ha un ruolo particolarmente attivo in questa fase: «Questi contrasti rivelano uno dei vizi fondamentali per i quali è urgente una riforma, ovvero il correntismo, che nacque come espressione di ispirazioni culturali e idee diverse sulla giustizia e che si è velocemente trasformato come espressione di gruppi di potere all’interno della magistratura. In questa situazione la politica ha un ruolo davvero marginale».
LUIGI MANCONI: “DRAGHI-CARTABIA POSSONO SVOLTARE”
La riforma della giustizia è stata spesso invocata nel corso degli ultimi anni, ma non è mai arrivata a compimento. Luigi Manconi si è detto fiducioso sul prossimo futuro: «In un governo col premier Draghi e con ministro Cartabia, io vedo qualche possibilità di una riforma, per questo auspico che questo governo duri fino a fine legislatura, due anni danno qualche possibilità ad un progetto di riforma». Una battuta, infine, anche sul referendum promosso da Lega e radicali: «Io voglio che tutti possano giocare, il referendum non mi fa paura e non è un attentato all’attività del governo. Il governo fa la sua attività, propone le sue riforme, il Parlamento dovrà approvarle o non approvarle, e i referendum hanno un loro ruolo, guai a sottovalutarlo».