I referendum non sono una minaccia per la democrazia parlamentare, bensì uno strumento di stimolo e di alleggerimento della partecipazione popolare: così Luigi Manconi sui referendum sulla giustizia proposti da Lega e Radicali. Intervenuto ai microfoni de Il Foglio, l’ex parlamentare del Partito Democratico ha condiviso l’appello di Goffredo Bettini ed ha sottolineato che i quesiti promossi rappresentano «l’occasione che ha la politica per riformare se stessa».



A proposito della mossa della Lega di lanciare i referendum sulla giustizia, Luigi Manconi ha tenuto a precisare che il Carroccio a suo avviso è il partito più giustizialista che c’è in Italia, «perché è il più classista e discriminatorio nei confronti degli ultimi, i più vulnerabili». Ma il volto dem ha anche una consapevolezza: «Il problema è che quello spazio la Lega se l’è andato a conquistare per la totale assenza dei partiti del centrosinistra».



LUIGI MANCONI: “SINISTRA HA SEMPRE AVUTO LIMITI CULTURALI”

Luigi Manconi non ha risparmiato critiche all’atteggiamento della sinistra nei confronti della giustizia, spiegando che è sempre stata più attenta a tutelare i diritti sociali collettivi anziché quelli individuali, «ha sempre avuto limiti culturali». «Nel Partito Democratico il garantismo è appannaggio di una minoranza, pur essendo il partito più garantista di tutti», ha aggiunto Luigi Manconi: «E poi nel merito, il Pd è sempre stato diffidente nei confronti delle battaglia del Partito radicale, e più in generale dello strumento referendario». L’ex parlamentare ha poi apprezzato le scuse di Luigi Di Maio nei confronti del sindaco di Lodi Uggetti, ma ha tenuto ad evidenziare: «Se hanno destato tanto scalpore è solo perché sono provenute da un leader politico che ha attinto tutta la sua popolarità dall’espressione massima del giustizialismo».

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