Caro direttore,
in un mio precedente intervento, pubblicato in occasione del primo anniversario della morte di monsignor Luigi Negri (1941-2021), avevo annunciato la costituzione dell’Associazione culturale “Tu fortitudo mea”, nata per custodirne la memoria, diffonderne e approfondirne il magistero (il nome riprende il suo motto episcopale). Ecco allora che, a distanza di soli sei mesi, mi permetto di scrivere ancora per ritornare sul valore e sugli scopi di tale associazione, segnalando due importanti eventi che riguardano la sua attività.



I contribuiti e l’insegnamento di monsignor Negri sono stati, nelle diverse forme assunte, in gran parte dettati dalle circostanze e dai compiti ai quali è stato chiamato – sacerdote, educatore, docente universitario, uno dei responsabili, per tanti anni, del movimento di Comunione e Liberazione e, da ultimo, vescovo – una significativa testimonianza di fede e, allo stesso tempo, di cultura. Credo che questo binomio, fede e cultura, esprima uno dei tratti più emblematici della sua personalità e del suo modo di operare. Fin dai primi passi, compiuti quando ancora era studente liceale, nella sequela del suo principale maestro, don Luigi Giussani, la cultura è stata intesa da lui come parte integrante della vita del cristiano. Lo stesso Giussani scrisse, nel 1997, presentando un libro di don Negri, di avere “amato subito in lui la forza e l’intelligenza con cui ha vissuto” quella dimensione che il fondatore di Comunione e Liberazione ha indicato come “la dignità culturale della compagnia di Cristo” (dalla Presentazione a Luigi Negri, False accuse alla Chiesa. Quando la verità smaschera i pregiudizi).



Certamente si tratta della cultura intesa nella sua accezione più radicale ed esistenziale, come ricerca di senso, secondo quella definizione data da san Giovanni Paolo II, il cui magistero è stato a lungo studiato e approfondito da don Negri, per la quale “la cultura è ciò per cui l’uomo in quanto uomo diventa più uomo, è di più, accede di più all’essere” (Allocuzione all’Unesco, 2 giugno 1980). La cultura nasce pertanto da un impegno innanzitutto con la propria esistenza, ma, allo stesso tempo, non esclude, anzi, chiede che siano sviluppati, attraverso una modalità il più possibile critica e sistematica, anche lo studio e l’approfondimento delle questioni specifiche, secondo le metodologie proprie di ciascuna disciplina.



A questo riguardo, proprio commentando il magistero di Giovanni Paolo II, utilizzando la distinzione da lui richiamata tra cultura primaria e secondaria, Negri ha scritto: “Dal momento che la cultura primaria è l’impegno con il senso della vita, mentre quella secondaria è l’impegno con i significati particolari, non può esistere contraddizione tra le due. La cultura secondaria deve essere, invece, concepita in funzione di quella primaria. Chi è impegnato con la globalità del proprio destino, sa amare la ricerca particolare, perché ogni ricerca particolare si avvicina all’Essere, all’Assoluto” (da: Luigi Negri, L’insegnamento di Giovanni Paolo II).

Tuttavia, non è tanto attraverso un discorso teorico che tale rapporto tra cultura primaria e cultura secondaria è stato chiarito da monsignor Negri, ma proprio attraverso la sua costante testimonianza personale. La sua grande capacità comunicativa, che gli ha consentito di rivolgersi a tutti secondo una prospettiva non intellettualistica ma con un intento educativo e missionario, e la sua acuta intelligenza nel cogliere le dinamiche fondamentali dell’esistenza hanno reso comprensibile, nel senso più vero del termine, come aiuto alla consapevolezza di sé e della propria fede, questioni importanti di teologia, piuttosto che di filosofia, pagine significative della letteratura e momenti estremamente decisivi della storia della Chiesa.

Per questi motivi l’Associazione ha deciso di realizzare il primo incontro pubblico, dal titolo Fede e cultura: una sfida alla ragione. L’importante contributo di monsignor Luigi Negri, sabato 24 giugno a Milano, al Teatro Rosetum, via Pisanello 1, alle  21. Interverranno monsignor Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia, e Paolo Pagani, docente di filosofia morale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il rapporto tra fede e cultura costituisce sicuramente una sfida importante per la ragione non solo dei cristiani ma anche dei laici perché essa, nel confronto con una dimensione altra da sé, è chiamata a interrogarsi sui propri fondamenti e sui propri limiti.

Qual è il contributo del magistero di monsignor Luigi Negri a questo proposito? Come può aiutare a chiarire il nesso costitutivo, ovvero il reciproco e fondamentale rapporto, tra fede e cultura? Quale la sua attualità? Queste sono alcune delle questioni alle quali gli interventi dei relatori, ciascuno secondo la propria prospettiva, a partire dalla conoscenza personale di monsignor Negri e del suo magistero, offriranno spunti di riflessione più che mai utili per affrontare le odierne sfide che, come uomini e come cristiani, siamo chiamati a vivere.

Approfitto anche per segnalare che, da mercoledì 21 giugno, giorno in cui si ricorda la memoria di san Luigi Gonzaga, sarà online il sito dell’Associazione, tufortitudomea. Si auspica che esso diventi uno strumento importante per raccogliere, divulgare e approfondire il magistero di monsignor Negri. Sarà pubblicato in una forma ancora in fieri perché non si vuole rimandare oltre, ma soprattutto perché si spera che esso diventi uno spazio dove, per tutti coloro che lo vorranno, sarà possibile contribuire personalmente alla memoria e alla condivisione della storia e del magistero di monsignor Negri, anche inviando materiali di vario genere – testi, fotografie, registrazioni, video – relativi ai tanti suoi interventi pubblici.

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