Caro direttore,

in Luigi Negri viveva lo spirito della Gioventù studentesca delle origini: l’entusiasmo per la scoperta di Gesù Cristo, vero uomo e Logos di Dio, centro del cosmo e della storia, criterio per comprendere tutta la storia della umanità e quella di ogni singola persona umana. Da quella scoperta nasceva un interesse per tutto l’umano ed una fraternità per ogni persona umana. Da qui anche il coraggio di un giudizio da portare sulla realtà umana a partire da quel criterio di verità e di giudizio che è Cristo incarnato in una storia umana concreta.



Da qui anche l’ingenua baldanza ed il coraggio di opporsi alle opinioni dominanti nel mondo. Il giusto criterio, applicato senza la pazienza di aggregare tutti i materiali empirici pertinenti per un giudizio, lo ha indotto a volte a prendere degli svarioni, ma sempre con purezza di cuore e fedeltà alla radice ultima della verità e del bene.



Giussani diceva: seguire per capire. Luigi ha seguito, è stato fedele alla compagnia per mezzo della quale Cristo gli è venuto incontro. È stato un discepolo intelligente ed attento: ha ascoltato ma ha anche risposto, ha arricchito con la sua testimonianza e la sua riflessione il cammino comune del Movimento di Comunione e liberazione. Giussani era grande perché accoglieva molti nel suo cuore e la sua genialità si arricchiva e continuamente era stimolata dal dialogo con loro. Luigi era uno di quelli che più e più creativamente a quel dialogo hanno partecipato.

A me è stato sempre vicino, anche e soprattutto quando ho sofferto incomprensioni ed ingiuste persecuzioni. Ha amato il corpo di Cristo che è la Chiesa.



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