Luigi Pelazza, inviato de “Le Iene”, è stato condannato per violenza privata ai danni della giornalista Guia Soncini e ha voluto commentare così la notizia: “Accettiamo questa sentenza ma è ovvio che riteniamo di non aver sbagliato, quindi ricorreremo in Appello e in Cassazione. Questo è sicuro, perché non è nostra abitudine usare violenza nei confronti delle persone, e soprattutto delle donne. Ma ti pare che noi andiamo a usare violenza, ingiuriare, molestare? Assolutamente no”.
Come riporta “Il Messaggero”, Pelazza aggiunge: “Quando sono stato interrogato, non mi accusavano di aver dato informazioni sbagliate, diffamatorie, o simili. Tutto era incentrato sull’atteggiamento che io avrei avuto nei confronti della Soncini. Fermo restando che noi nel nostro programma siamo abituati ad andare a fondo alle cose, quel giorno è successo questo. Noi l’abbiamo aspettata all’ingresso del suo cortile. Lei ci ha riconosciuto, ha tentato di entrare nell’androne, e in effetti riguardando il filmato io, cercando di avvicinare il microfono, mi sono messo in mezzo fra lei e lo stipite della porta. Quindi è possibile che io le abbia impedito per un secondo di chiudere. Poi lei è entrata in ascensore, ma si è seduta lì a parlare con noi e abbiamo parlato. E siamo andati via“. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
LUIGI PELAZZA CONDANNATO A 2 MESI DI CARCERE PER VIOLENZA PRIVATA
Luigi Pelazza è stato condannato a 2 mesi di carcere dal Tribunale di Milano per l’intervista alla giornalista Guia Soncini. La pena detentiva è stata convertita in pecuniaria di 15mila euro su richiesta dell’inviato de “Le Iene” ed è stata sospesa. Il reato è violenza privata ai danni della giornalista, che si era costituita parte civile. Il cameraman Osvaldo Camillo Verdi, altro imputato, è stato invece assolto, come chiesto anche dall’accusa, «per non aver commesso il fatto», in quanto dal processo non è emersa la certezza che quel giorno fosse presente. Il pm Francesco Cajani aveva chiesto 9 mesi di carcere per Luigi Pelazza. Secondo l’avvocato Davide Steccanella, legale di Guia Soncini, si tratta di «una sentenza importante, perché ha stabilito che non sempre il “metodo Iene” è scusato dal pure legittimo diritto di cronaca». Nella fattispecie, si è trattato «di un vero e proprio agguato nel cortile interno di un palazzo privato». L’inviato de “Le Iene” aveva di fatto impedito alla giornalista di tornare a casa «fino all’arrivo delle forze dell’ordine per confezionare un servizio a effetto».
LUIGI PELAZZA E “L’INTERVISTA” A GUIA SONCINI
Secondo quanto ricostruito nel capo di imputazione, di cui AGI ha preso visione, Luigi Pelazza e Osvaldo Camillo Verdi il 19 settembre 2015 si sono finti dei corrieri per introdursi nello stabile di Guia Soncini e, «con violenza esercitata in modo idoneo a privare coattivamente della libertà di determinazione e di azione della parte offesa, le impedivano di accedere alla palazzina e con analoga violenza le impedivano di fare rientro nella propria abitazione, costringendola a tollerare la loro presenza con una serie insistente di domande alle quali la parte offesa dichiarava da subito di non voler rispondere». In base alla ricostruzione accolta dal giudice Maria Angela Vita, Luigi Pelazza avrebbe provato a intervista la giornalista in relazione ad un’inchiesta in cui era stata coinvolta e da cui poi era risultata assolta.
Ciò nonostante, le fosse «in evidente stato di timore» e dopo aver detto più volte di non voler rispondere, arrivando poi a chiamare le forze dell’ordine. L’inviato de “Le Iene”, che è stato sentito nel processo, si è difeso dichiarando di aver ricevuto «due-tre colpi» da Guia Soncini. «Non dico che mi abbia picchiato, però… In 800 servizi, è la forma mentis delle Iene, non usiamo mai violenza perché non si deve usare violenza. Figuriamoci se questo lo facciamo nei confronti di una donna». Luigi Pelazza è stato condannato anche a risarcire una provvisionale di 2mila euro alla parte civile a cui poi dovrà liquidare per i danni materiali e non una somma che sarà stabilità dal giudice civile.