Luigi Sbarra torna all’attacco di Maurizio Landini. Sono ormai mesi che è in corso uno scontro nei sindacati, in particolare tra il leader della Cisl e quello della Cgil. Ora verte sulla decisione della Cisl di non aderire allo sciopero dopo la strage alla centrale di Enel Green Power sul lago di Suviana. Una scelta che ha portato Landini a lanciare un’accusa pesante: «La Cisl davanti ai morti ha deciso di non scioperare». Più che una frase dura, per Sbarra è «falsa» e «pericolosa». Il segretario generale della Cisl ne parla al Corriere della Sera, esprimendo il suo dispiacere per la mancata smentita di Landini. In primis, respinge le accuse, perché il suo sindacato ha proclamato quattro ore di sciopero nazionale nel gruppo Enel, l’astensione dal lavoro delle categorie private della provincia di Bologna, oltre a un presidio davanti alla sede Enel.



Ma Luigi Sbarra ritiene quell’accusa pericolosa, «perché mette contro i lavoratori nelle fabbriche, crea un clima rovente che può deflagrare in violenza». Auspica coesione nella gestione di questa fase e quando si affrontano temi come sicurezza e morti sul lavoro. «Noi siamo mobilitati da febbraio in ogni territorio e con questo spirito lanceremo oggi le nostre proposte a Roma in un’assemblea con cinquemila delegate e delegati alla sicurezza». Di fatto, i rapporti tra Sbarra e Landini sono ormai ai minimi termini, ma il primo non esclude un confronto. «Ci sentiremo e ci vedremo senz’altro. Sbagliato personalizzare la vicenda. Gli ricorderò, in fraternità sindacale, che fin dalla nostra fondazione, più di settanta anni fa, abbiamo sempre rifiutato presunte egemonie da parte di altri».



SBARRA “LANDINI? ROTTURA NON È INSANABILE”

Per Luigi Sbarra «non c’è niente di insanabile» tra Cisl e Cgil, infatti a Monfalcone verrà celebrato insieme il Primo Maggio su Europa, pace giusta, lavoro dignitoso ed equità sociale. Anzi, ritiene possa essere «un’occasione di distensione, voglio sperare, per fare anche tesoro delle nostre diverse sensibilità». D’altra parte, il segretario generale della Cisl nell’intervista al Corriere precisa che non si ritrova nella lettura che ha portato la Cgil alla raccolta firme per un referendum su licenziamenti, precarietà e sicurezza nel lavoro.



«La narrazione di un mercato del lavoro dilaniato dalla precarietà non risponde alla realtà». Il problema è un altro per Sbarra, cioè «la qualità del lavoro e la capacità di riallineare l’offerta qualificata delle imprese con la domanda». Per quanto riguarda il Jobs Act, la riforma non viene ritenuta perfetta da Sbarra, secondo cui però «ha impostato una visione aggiornata delle tutele necessarie nel mercato del lavoro». Il riferimento è al sostegno al lavoro stabile col contratto a tutele crescenti, ma anche al consolidamento dell’apprendistato e del sistema duale.

“DEF? ECCO LE PRIORITÀ PER LA CISL”

Ma Luigi Sbarra cita anche il potenziamento degli strumenti di conciliazione vita-lavoro e il contrasto delle dimissioni in bianco. Bisogna proseguire su questa via e dare forma «a una rete istituzionale, contrattuale e sussidiaria capace di garantire in ogni momento, a ogni persona, a prescindere dal tipo di lavoro, sostegno al reddito e orientamento nel mercato del lavoro». Infine, riguardo il Documento di economia e finanza (Def) presentato dal ministro Giancarlo Giorgetti, la priorità per Sbarra sono chiare: «Prorogare e rendere strutturale la riduzione del cuneo fiscale, proseguire nel taglio dell’Irpef a lavoratori, pensionati, ceto medio e famiglie, rinnovare tutti i contratti, finanziare sanità, scuola, politiche sociali, cambiare il sistema pensionistico». Quindi, mette in chiaro che non verranno accettati «tagli lineari, né svendite di Stato come Poste per fare cassa».