Il nome di Luigi Tenco è tristemente famoso per il suo suicidio avvenuto proprio durante l’edizione del 1967 del Festival di Sanremo. Eppure nella sua breve carriera è stato capace di scrivere veri e propri capolavori come Mi sono innamorato di te e Lontano Lontano. Esponente della scuola genovese, insieme a Fabrizio De Andrè, Gino Paoli, Bruno Lauzi e Sergio Endrigo, cercò di portare un profondo rinnovamento nella musica leggera italiana. Operò soprattutto nei testi, segnati dall’impegno politico e sociale, in un panorama dove ancora vigeva la regola della canzone d’amore. Tenco, infatti, anche quando parla d’amore, proprio come ad esempio in Mi sono innamorato di te e in Lontano Lontano, lo fa con un linguaggio nuovo, più disincantato e realista rispetto agli artisti suoi contemporanei. Il tragico epilogo della sua vita, presentato come un gesto di protesta nei confronti del sistema discografico e del pubblico italiano che nella kermesse sanremese preferì la leggera Io tu e le rose di Orietta Berti alla sua impegnata Ciao amore ciao, da un lato fece perdere alla canzone italiana un sicuro protagonista dei decenni a venire, dall’altro consegnò Tenco alla leggenda, leggenda che ancora vive.
LUIGI TENCO, LA BELLISSIMA CIAO AMORE CIAO
Ciao amore ciao è stata presentata da Luigi Tenco all’edizione 1967 del Festival di Sanremo in coppia con Dalida. Il pezzo non incontrò il favore delle giurie della kermesse sanremese classificandosi al dodicesimo posto e venendo ben presto eliminato. Si tratta di una canzone coraggiosa che in una prima versione aveva un tono antimilitarista – sono gli anni della guerra nel Vietnam – ma che venne poi modificata da Tenco per non incorrere nella rigida censura della Rai dell’epoca. Ne è uscito un pezzo che racconta dell’emigrazione in un paese, l’Italia del 1967, in cui il mezzogiorno andava spopolandosi a favore di un Nord industrializzato. L’impressione che avevano i giovani migranti del Sud era quella di “saltare cent’anni in un giorno solo”. Il senso di straniamento della vita moderna è invece suggerito dal verso “in un mondo di luci, sentirsi nessuno”. C’erano due italie e Tenco le raccontò con la sua sensibilità artistica e la sua militanza socialista. Durante l’esibizione al Festival, il cantautore genovese volle modificare l’arrangiamento originario, proposto dal suo direttore d’orchestra e utilizzato invece da Dalida, per dare alla canzone una maggiore gravità, visto che secondo Tenco la versione della sua collega sembrava assomigliare a una marcetta. Il risultato non fu dei migliori dal punto di vista musicale, con Tenco che sembrava essere troppo lento rispetto agli spartiti dell’orchestra e probabilmente anche questa sua esibizione contribuì a dare una cattiva impressione agli spettatori e ne determinò la cattiva accoglienza. Dopo la tragedia di quel Festival, però Ciao amore ciao divenne uno dei brani più apprezzati di Tenco e conta decine di versioni cantate da grandi interpreti come Giuni Russo, Eugenio Finardi, Edoardo Bennato, Marco Mengoni, Giusy Ferreri e Bianca Atzei.