Luigi Tenco rivive nella puntata di Techetechetè in onda oggi, mercoledì 22 luglio 2020, nella fascia pre-serale di Raiuno. Il celebre programma di video frammenti della Rai celebra il grandissimo cantautore che ha scritto alcune delle canzoni più belle e malinconiche della musica italiana. La musica è sin da giovanissimo la più grande passione di Tenco che, appena quindicenne, forma la Jelly Roll Boys Jazz band portando in scena alcune cover di Nat King Cole e Kid Ory. Successivamente si fa apprezzare come sassofonista conoscendo un giovanissimo Fabrizio De André con cui stringe un bellissimo rapporto d’amicizia. A 28 anni firma un contratto discografico con la RCA Italiana e si trasferisce a Roma; cominciano i primi successi con “Un giorno dopo l’altro” che viene scelta come sigla dello sceneggiato televisivo Il commissario Maigret. Poco dopo incide altri successi come ” Lontano, lontano”, con cui gareggia a Un disco per l’estate 1966, “Uno di questi giorni ti sposerò”, “E se ci diranno” e “Ognuno è libero”. Proprio nella capitale incontra Dalida, la star italo-francese di cui si innamora perdutamente e con cui decide di partecipare al Festival di Sanremo con il brano “Ciao amore ciao”. Quella fu l’ultima partecipazione del cantautore che, proprio durante la serate di quel Sanremo 1967 rivela a Mike Bongiorno “è l’ultima volta”. L’artista in vita si è fatto sempre notare per le sue dichiarazioni: da “la mia più grande ambizione è quella di fare in modo che la gente possa capire chi sono io attraverso le mie canzoni, cosa che non è ancora successa” a “non si vive per riuscire simpatici agli altri. A me i soldi, il successo, non interessano, li lascio a quelli più furbi di me in questo genere di cose”. Non solo, Tenco al Beat 72 (data 1966) disse: “io compromessi non ne ho fatti mai, con nessuno, perché non ne so fare, non riesco a venire a patti con la coscienza, cioè con certe mie convinzioni. Io sono come sono. Eppoi la mia non è una protesta che nasce intellettualmente, con il fatto di dire adesso io … Cioè io insomma le canzoni come le fa Gianni Morandi non le so fare”.
Luigi Tenco, la morte: “ho voluto bene al pubblico italiano”
La vita di Luigi Tenco finisce a Sanremo nella sua stanza all’hotel Savoy, per la precisione la 219. Dopo la notizia della sua esclusione dal Festival della Canzone Italiana con il brano “Ciao amore ciao” cantato in coppia con Dalida, Tenco viene trovato morto nella sua camera d’hotel. La sera prima della morte il cantautore aveva riferito alla fidanzata Valeria di essere a conoscenza di “fatti che vanno ben al di là della manifestazione” e di voler denunciare il tutto durante una conferenza stampa con tanto di nomi e cognomi che aveva appuntato su alcuni fogli. Quella conferenza stampa non è mai stata fatta, visto che Tenco è morto la notte del 27 gennaio 1967; poco prima di morire Luigi fece due chiamate dalla sua camera d’hotel: la prima a Ennio Melis capo della RCA e la seconda alla presunta fidanzata Valeria. Alle due di notte Dalida, preoccupata per la reazione del suo partner dopo l’eliminazione dal Festival lo raggiunte in hotel, ma lo trova senza vita: il cantante si sarebbe suicidato con un colpo di calibro 22, pistola che lo stesso Tenco stringe in pugno. Sul comodino un messaggio di addio: ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”. A distanza di 52 anni il mistero alla morte dell’artista di “Mi sono innamorato di te” è ancora da chiarire: suicidio oppure omicidio? A noi resta la sua musica e le sue canzoni che hanno emozionato e continueranno a farlo per sempre.