La relazione fra Luigi Tenco e Dalida è finita spesso al di sotto della lente d’ingrandimento e non solo mentre i due si avvicinano a passo spedito a quel Festival di Sanremo del ’67 che rimarrà impresso nella storia italiana. Nessun rapporto amoroso secondo il fratello del cantautore morto suicida, Valentino Tenco, che ha sempre parlato della presenza di una misteriosa Valeria al suo fianco. La stessa con cui avrebbe parlato in modo fitto per oltre mezzora poco prima di spararsi. Non ne è convinto invece il fratello di Dalida, Bruno Gigliotti, che a Il Secolo XIX del ’92 sottolineerà di essere sicuro della non esistenza di Valeria. “Eravamo al corrente in pochi“, dice riguardo alla relazione fra i due artisti, “mia cugina Rosina che era anche la sua segretaria, Paolo Dossena, Mario Rimone, Renzo Arbore e un’altra persona di cui mi sfugge il nome“. L’incontro fra i due avviene nel momento in cui Dalida è all’apice del suo successo, grazie a Zingaro del ’59 e non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Considerata la Calabrese di Parigi, la cantante è richiesta da tutti e soprattutto dal Festival di Sanremo. Sarà il direttore della Rca Ennio Melis a convincerla di fare un salto a Parigi anche per presentarle un artista di talento con un repertorio che l’avrebbe conquistata. “Così una sera di fine settembre 1966 si presentarono a cena nella sua casa di Montmartre“, rivela Gigliotti. 29 anni lui e un’aria da bel tenebroso, 34 lei con l’aspetto di una diva della canzone e della femminilità. In quell’occasione Tenco canta Ciao amore, ciao al pianoforte e conquista del tutto il cuore di Dalida. I due tuttavia non parleranno ancora della partecipazione a Sanremo, ma la registrazione del brano e le prove necessarie saranno utili perché possano sfruttare al meglio quella passione inaspettata. Come dimostrano gli incontri segreti sia in Italia che a Parigi.
LUIGI TENCO E DALIDA, L’AMORE CON LA “DIVA INFELICE” TRA MUSICA E TRAGEDIA
Sarà solo l’amore a convincere Luigi Tenco a presentare la sua canzone al Festival di Sanremo che gli sarà fatale? Ne è convinto Bruno Gigliotti, il fratello di Dalida e discografico molto legato alla cantante. I due artisti dopo tutto non guardavano di buon occhio nessun Festival e per questo la Rca, seppur con un’idea precisa in mente, non spingeranno subito perché salgano sul palco dell’Ariston. “Dalida diceva di voler dare il suo pubblico a Luigi“, racconta Gigliotti a Il Secolo XIX, e per questo sceglierà persino di cambiare look e abbandonare i colori vivaci che più le si addicevano per vestire un abito bianco e nero. “Lo vide riverso per terra e pensò a un malore“, aggiunge ancora il fratello di Dalida. La cantante infatti lascia Tenco subito dopo l’eliminazione del brano e lo raggiunge venti minuti più tardi, quando ormai l’artista si trova già sul pavimento privo di vita. In quel momento però pensa ad un malore e urla, svegliando Lucio Dalla che si trova in un’altra stanza dello stesso piano. “Si rese conto che era morto solo quando, abbracciandolo, ritirò le mani piene di sangue“, prosegue. Dalida in quel momento è sconvolta e deve essere sedata, ma secondo il fratello ha comunque la lucidità di chiedere che il Festival si fermi in lutto. “Tutti gridavano e molti insistevano perché l’ex marito di Dalida, Lucien Morisse, e Eddy Barclay la portassero via“, aggiunge. L’uscita di scena di Dalida verrà vista invece dalla stampa come una fuga sospettosa. La cantante invece si pentirà sempre, da quel momento in poi, persino di aver accettato di partecipare alla kermesse.