Dalida e Luigi Tenco, Iva Zanicchi: “Una storia d’amore breve

A Oggi è un altro giorno viene ricordato il doloroso Sanremo ’67 segnato dalla morte di Luigi Tenco. Ai tempi si vociferava che Dalida avesse una breve relazione con il cantautore. Iva Zanicchi, che vinse proprio quell’edizione con Non pensare a me, conferma ma precisa: “È stata una storia d’amore breve, durata il tempo del Festival, quindi 2/3 giorni o una settimana. In quella settimana si sono amati, dicevano, ma lui aveva una fidanzata a Genova e lei era uscita da una storia molto dolorosa“.



Iva Zanicchi ricorda come venne a conoscenza della dolorosa notizia: “Io l’ho saputo alle 6 del mattino, lui si uccise nella notte. io sentivo delle urla nel corridoio, dicevano ‘Si è ucciso Tenco’. Allora io sono entrata in camera, ho preso la mia valigia, ho messo i miei vestiti, chiamo mia mamma e le dico di venirmi a prendere. Mi preparo, vado giù nella hall e c’è il mio discografico che mi ferma: ‘Il Festival continua’“. Alla fine, il Festival continuò e a svelarlo è Mimma Gaspari: “Furono gli stessi discografici a decidere di proseguire” (Agg. Ruben Scalambra)



Luigi Tenco, il rapporto con Dalida

Dalida e Luigi Tenco si erano conosciuti dopo essere passati attraverso molte storie d’amore. Per molti la loro storia d’amore è stata una trovata pubblicitaria, per altri invece si è trattata di un amore bruciante, tragicamente finito con il suicidio del cantante nel 1967. I due artisti si incontrarono negli studi della Rai quando durante Scala Reale, l’ex Canzonissima, la cantante francese fu chiamata a portare il successo de “La Danza di Zorba”. I due incidono insieme “Bang Bang” e nel 1967 partecipano insieme al Festival di Sanremo con “Ciao amore ciao. La sera della sua esibizione, Tenco prese pochissimi voti: “Luigi quella sera non era regolare, e l’abbiamo pensato tutti noi amici che lo conoscevamo bene. Anche l’esibizione al festival è stata assurda”, ha ricordato Gino Paoli. Dalida andò meglio, ma vennero comunque eliminati.

La morte di Luigi Tengo, il tentato suicidio di Dalida

Secondo la versione ufficiale, Dalida entrò nella stanza numero 219 nella dependance dell’Hotel Savoy, alle 2.20 della notte: Luigi Tengo aveva un foro di proiettile in testa, era ancora vestito come sul palco ma aveva la camicia aperta e i piedi infilati sotto una cassettiera. La cantante iniziò a urlare “Assassini!” e dopo poco accorse Dalla. La morte di Tenco segnò l’inizio dei tormenti di Dalida, che rientrata a Parigi organizzò il suo suicidio: prese una stanza all’hotel Prince de Galles (la stessa dove Tenco soggiornava quando andava a Parigi) e ingerì una dose letale di barbiturici. Trovata per caso da una cameriera, venne portata in ospedale, dove si risvegliò dal coma sei giorni dopo. La madre di Tenco, però, nel 1967 smentì che fra i due vi fosse il grande amore che i rotocalchi raccontavano: “Mio figlio e Dalida erano buoni amici. Nient’altro”.