A ‘Un giorno da pecora’ su Rai Radio1 il “protagonista del giorno” Luigi Vitali torna a chiarire la sua bizzarra situazione politica delle ultime 12 ore: «Ieri ho incontrato il presidente del Consiglio a palazzo Chigi che mi ha detto che era sua intenzione mettere insieme tutte le forze disponibili per mandare avanti il governo. Da quello che ho capito Conte si è rivolto a tutti quelli che ci stavano, mettendo da parte i temi divisivi come la giustizia, disponibili a lavorare insieme sul Recovery plan, il piano vaccini, i decreti Ristori».
D’impulso ha risposto positivamente all’appello a Conte, annunciando l’ingresso nei responsabili salvo poi ripensarci dopo copia telefonata di Berlusconi e Salvini: «Approfitto di questa trasmissione per chiedere scusa al Presidente Conte, mi hanno insegnato che quando si sbaglia ci si deve assumere le proprie responsabilità. Io ho sbagliato e gli chiedo scusa. Ho fatto una valutazione errata, spinta da tanti fattori non ultimo quello di evitare le elezioni anticipate». A “garantire” la scelta finale di Luigi Vitali tanto la Lega quanto Forza Italia hanno ribadito il fatto che le elezioni anticipate al momento non le vuole veramente nessuno. (agg. di Niccolò Magnani)
COSA HANNO DETTO SALVINI E BERLUSCONI
Arrivano nuove dichiarazioni di Luigi Vitale, esponente di Forza Italia che ha fatto un passo indietro dopo aver annunciato il suo passaggio tra i responsabili. Intervenuto ai microfoni de L’aria che tira, il senatore ha ricostruito quanto accaduto: «Un intermediario del premier Conte mi ha chiamato e mi ha proposto un incontro, ci siamo visti a Palazzo Chigi. Mi ha parlato della necessità di fare uscire il Paese da questo tunnel, io gli ho dato il mio sostegno. Ho visto un atteggiamento del Centrodestra che andava dritto verso il voto anticipato ed io ho espresso anche pubblicamente all’interno dei gruppi la mia posizione. Ho preso una decisione sofferta, la mia storia è stata sempre di coerenza».
L’azzurro Luigi Vitali ha poi parlato del contatto telefonico con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini: «Poi mi ha chiamato il presidente Berlusconi, mi ha detto “non voglio credere che tu abbia fatto una cosa del genere, da te non me l’aspettavo. Io non ho chiuso a un governo di larghe intese”. Abbiamo parlato della nostra storia, il rapporto con lui risale al 1995. Poi mi ha chiamato anche Salvini, anche lui meravigliato di questa decisione. Gli ho spiegato il motivo, lui mi ha detto che è aperto a parlare con tutti, basta fare la riforma del Fisco e della giustizia». Il forzista ha poi tenuto a precisare: «Non mi è stato proposto di fare il sottosegretario alla Giustizia, non ho chiesto niente e non mi è stato offerto niente». (Aggiornamento di MB)
LUIGI VITALI: “NO AL CONTE-TER, BERLUSCONI…”
Il senatore di Forza Italia Luigi Vitali è diventato per qualche ora il vero protagonista della crisi di Governo: prima “mai coi responsabili”, poi l’annuncio a sorpresa “vado con Conte”, e stamattina l’ultimo colpo di scena “ci ho ripensato, niente Conte-ter”. Ma cosa è successo nelle ultime 12 ore? Praticamente di tutto, tenendo conto che per qualche il suo nome stava per andare a “rinfoltire” il nuovo gruppo formatosi ieri al Senato “Europeisti-Maie-Centro Democratico” seguendo le “orme” di Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin che già avevano votato la fiducia a Conte la scorsa settimana, cacciati poi da Forza Italia.
Ma nella notte la telefonata prima di Silvio Berlusconi poi di Matteo Salvini fanno ribaltare completamente la situazione: «Questa è la mia ultima legislatura. Hanno prevalso gli affetti. Ho parlato con Salvini e Berlusconi e mi hanno convinto a rimanere nel Centrodestra. D’altro canto cosa sarei andato a fare in un governo presieduto da Giuseppe Conte? Sarei stato solo un mercenario». Poco dopo la nota ufficiale in cui Vitali spiega «nelle scorse ore ho avuto modo di interloquire con il presidente del Consiglio Conte, sottoponendogli l’urgenza e l’importanza per il Paese di una riforma complessiva della giustizia, dichiarando il mio appoggio a un ritorno allo Stato di diritto e di garanzie nel processo. È inaccettabile pensare che in un Paese civile siano stati aboliti i termini della prescrizione, quando i processi hanno una media di durata al di là di tutti gli standard europei». Ma nel dialogo nulla sembra essere cambiato e così il clamoroso dietrofront avviene, «nessun appoggio politico al Conte-ter». (agg. di Niccolò Magnani)
CHI È LUIGI VITALI
Luigi Vitali ha promesso il suo appoggio alla maggioranza del premier dimissionario. Il senatore pugliese lascia infine le fila di Forza Italia. “Cari colleghi – ha dichiarato Vitali durante una conversazione telefonica con la capogruppo Anna Maria Bernini – ho preso la decisione di sostenere il professor Conte. Ho espresso sempre la mia perplessità sulla situazione attuale. E’ stato un onore lavorare con voi”. Già la settimana scorsa si vociferava che Vitali potesse essere tra i costruttori pronti a sostenere il governo Conte, ma lui ha sempre negato.
Fino a questa mattina, quando la preso la sua risoluzione finale. “Non è questo il momento delle contrapposizioni – ha argomentato Vitali – Come classe dirigente abbiamo il dovere di dare un segnale a chi non ha ancora ricevuto la Cig, il vaccino, a chi è stato costretto a chiudere attività, alle partite Iva, alle imprese ai commercianti, che il Paese è unito, perché solo insieme si uscirà dal tunnel”.
LUIGI VITALI PASSA ALLA MAGGIORANZA CON GLI EUROPEISTI
Luigi Vitali lo ha detto senza giri di parole: adesso è pronto a votare la fiducia al governo Conte-ter, e di conseguenza ad entrare nel gruppo Europeisti. Fino a qualche settimana fa il senatore, fedelissimo di Berlusconi, aveva dichiarato di voler rimanere in Forza Italia. “Ho fatto cinque legislature e non intendo ricandidarmi alla prossima” sono le parole riferite al Fatto Quotidiano. E prima ancora aveva detto “Se Giuseppe Conte inserisse nel suo programma una riforma della giustizia di stampo garantista sarei ben contento di dare un contributo coronando così la mia vita politica e professionale”. Ora però il senatore forzista Vitali è passato tra le fila della maggioranza. Qualche giorno fa, del resto, aveva messo le mani avanti: “Se stigmatizzo i colleghi che hanno votato in dissenso col gruppo? Ma io non stigmatizzo nessuno. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Se non vogliono queste situazioni dovrebbero mettere il vincolo di mandato. In caso contrario dinamiche simili continueranno a verificarsi”.