Non basta la legge costituzionale per l’elezione diretta del primo ministro: secondo Luigi Zanda è necessaria una assemblea costituente. Intervistato da Repubblica, l’ex senatore del Partito Democratico ha posto l’accento sulla posta in palio, ossia le fondamenta repubblicane. “Se la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni avesse voluto rafforzare il premier sarebbe stato sufficiente attribuirgli il potere di revoca dei ministri e prevedere la sfiducia costruttiva. Viceversa la scelta dell’elezione diretta del premier non garantisce stabilità, irrigidisce le istituzioni e alimenta i conflitti”, ha spiegato Zanda: “Al di là del merito, ci sono tre questioni pregiudiziali che rendono pericoloso il premierato e sono di ordine costituzionale, politico e in prospettiva europeo”.
Le parole di Zanda sulla riforma costituzionale
Secondo Zanda, l’elezione diretta del premier trasforma l’ordinamento parlamentare della Repubblica in presidenziale, si tratta di una modifica che stravolge la Carta: “Quindi non è sufficiente il riferimento all’articolo 138 della Costituzione che disciplina la revisione della Costituzione. L’assetto della nostra democrazia si regge sul sistema parlamentare, uno dei principi supremi della Carta che non è possibile modificare con una legge di revisione costituzionale”. L’esponente Pd considera sbagliata la repubblica presidenziale per il nostro Paese, ma a prescindere da ciò è necessario passare da una assemblea costituente: “Un premier eletto a suffragio universale e diretto avrebbe una tale forza politica e di influenza che ne farebbe il dominus dell’intero sistema istituzionale. Non solo rispetto al presidente della Repubblica ma anche nei confronti del Parlamento, delle alte cariche dello Stato e persino della Corte costituzionale e della magistratura. Qualche giorno fa l’ex presidente della Consulta, Silvana Sciarra si è chiesta in una intervista se ci fosse compatibilità tra premierato e la prima parte inviolabile della Carta – l’analisi di Zanda – La democrazia, lo Stato e l’ordinamento costituiscono un unico corpo vivente che è tenuto insieme dall’equilibrio dei poteri”.