Ora è ufficiale, Luis Enrique torna sulla panchina della Spagna come Ct per il prossimo campionato europeo di Euro 2020: l’annuncio dato dal n.1 della Federazione iberica Luis Rubiales sconvolge il mondo calcistico spagnolo, con l’ex allenatore di Roma e Barcellona che aveva lasciato il suo incarico da commissario tecnico delle Furie Rosse il giugno scorso dopo aver scoperto della malattia gravissima della figlia Xana. Quel gesto aveva commosso il mondo del calcio, poi la terribile notizie della piccola morta qualche mese più tardi a soli 9 anni per un tremendo tumore alle ossa: era il 30 agosto e Luis Enrique si rinchiuse in un lungo silenzio e dolore, spiegando di non avere alcuna idea su quali potessero essere i suoi progetti lavorativi futuri. Tutto in quel momento di dramma passava in secondo piano; di contro la Federazione di Spagna aveva sempre spiegato come il sostituto, assistente di “Lucho” in Nazionale, Robert Moreno sarebbe rimasto sulla panchina della Spagna fino a che Luis Enrique non avesse deciso di ritornare. 7 vittorie e 2 pareggi nelle qualificazioni a Euro 2020 (l’ultima ieri per 5-0 contro la Romania, ndr) hanno presentato una Spagna in grande spolvero con la testa di serie guadagnata, come Italia, Belgio, Inghilterra, Ucraina e una tra Germania o Francia. Robert Moreno ha convinto e se l’è cavata assai egregiamente nel periodo di pausa autoimposta dall’ex centrocampista del Barcellona: ora però, tornando in sella, Moreno pare aver deciso di non ripresentarsi come assistente, forse irritato per come è stato trattato dalla Federcalcio spagnola.
LE PAROLE DI RUBIALES SU LUIS ENRIQUE E MORENO
L’intento del Presidente Rubiales come per il team manager delle Roja Josè Francisco Molina è però quello di proseguire il percorso iniziato con Luis Enrique verso i Mondiali in Qatar 2022: e così, dopo un lungo confronto e opera di convinzione, la Spagna ritrova il suo condottiero nello strano “caso” che però inevitabilmente potrebbe mettere in difficoltà la stessa squadra. Con Moreno le Furie Rosse avevano trovato la loro dimensione e si erano qualificati con merito ai prossimi Europei: ora però, a 6 mesi da Euro 2020, il rischio è di pagare la “confusione” dettata da questo ultimo, clamoroso, cambio al vertice. «Noi ci siamo sempre mossi con rispetto, integrità, trasparenza e rigore. La Federazione è rimasta leale sia con Luis Enrique sia con la persona che ha preso il suo posto (e che dobbiamo ringraziare per il lavoro fatto). Luis Enrique è il leader di questo progetto sportivo. C’era una promessa fra noi e l’abbiamo rispettata. Il progetto va avanti fino al Mondiale in Qatar nel 2022», spiega ancora Rubiales nella conferenza stampa convocata in extremis nel ritiro della Nazionale spagnola. «Abbiamo parlato con Luis Enrique tre volte dal suo lutto: la prima il 29 agosto, una telefonata per trasmettergli l’affetto della gente che era al suo fianco; le altre due sono state riunioni: una a fine ottobre e una ieri. Fra la telefonata e il primo incontro con Luis Enrique, abbiamo avuto un meeting con Robert Moreno: io e il direttore sportivo Molina. Era settembre. Lì Moreno ci ha confidato la volontà di Luis Enrique di tornare ad allenare. A quel punto abbiamo avvisato Moreno che dovevamo parlare con Luis Enrique perché noi sapevamo una parla da mantenere (“se vorrai tornare in panchina, le porte saranno sempre aperte). Da qui si è arrivati alla riunione con Luis Enrique del 31 ottobre a Saragozza», rilancia ancora il n.1 della Federcalcio di Madrid in merito all’incredibile ritorno di Luis Enrique sulla panchina della nazionale tra le più “caotiche” di questi ultimi anni, basti ricordare l’addio di Lopetegui alla vigilia dei Mondiali di Russia 2018 (per andare al Real Madrid, salvo poi essere esonerato pochi mesi più tardi) con l’arrivo di Hierro che non riuscì a riportare in auge le Furie Rosse nel loro peggiore torneo intercontinentale degli ultimi 12 anni.