Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978, a 41 anni dal suo omicidio, la nipote lo ricorda ai microfoni di Vieni da me. Dopo le lacrime di Paolo Brosio e il racconto della vita di Davide Silvestri, Caterina Balivo accoglie la nipote di Peppino Impastato la cui storia viene raccontata nelle scuole per lanciare un messaggio importante contro la mafia. Nonostante abbia sempre saputo di essere in pericolo, il giornalista e attivista italiano, non si è mai fermato portando avanti la propria battaglia contro Cosa Nostra. Quella di Peppino Impastato è un’eredità pesante che, però, la nipote Luisa Impastato, figlia del fratello Giovanni, ha raccolto con grande orgoglio. “Peppino non l’ho conosciuto, ma mi è stato raccontato da mia nonna che parlava di Peppino alle persone che venivano appositamente per ascoltare la sua storia. Mia nonna ha portato avanti il suo ricordo ed è quello che facciamo noi oggi”, spiega Luisa Impastato. “Mia nonna non ha dovuto combattere soo contro a mafia, ma anche contro quei che voevano far credere che Peppino si fosse ucciso o che fosse un terrorista”, spiega.
LUISA IMPASTATO: “24 ANNI PER DARE GIUSTIZIA A MIO ZIO PEPPINO”
Luisa Impastato non ha mai incontrato lo zio Peppino, ma grazie alla battaglia portata avanti dalla nonna e dal padre ha vissuto da vicino anche la lunga battaglia giudiziaria per dare giustizia a Peppino. “Ci sono voluti 24 anni per avere giustizia. Io sono arrivata nove anni dopo la morte di Peppino, ma ricordo la battaglia per avere giustizia che è stata molto impegnativa” – spiega – “mia nonna, all’inizio non voleva costituirsi parte civile perchè temeva per la vita di mio padre che, però, insieme a mia nonna, ha deciso di combattere per rendere giustizia a Peppino. E’ stata una scelta coraggiosa quella di mia nonna anche perchè era sposata con un mafioso”, racconta a nipote di Peppino Impastato che, poi, ricorda con orgoglio anche il coraggio della nonna: “Mia nonna ha denunciato Gaetano Badalamenti da subito e abitava a 100 passi da casa”, spiega Luisa che ricorda, poi, quanta solidarietà abbia ricevuto la propria famiglia per portare avanti la battaglia per la giustizia.