Luisa Ranieri, la zia Patrizia di “È stata la mano di Dio”, film di Paolo Sorrentino, è intervenuta sulle colonne de “La Stampa” per parlare di sé e fornire il proprio punto di vista su alcune tematiche attuali, non soltanto televisive e cinematografiche. Da napoletana che ha lasciato la sua città natale, l’attrice ha confessato di essersi ritrovata in una di quelle sensazioni contrastanti quando ha dovuto allontanarsi da essa: il desiderio e insieme la tristezza di andare via, perché “noi napoletani abbiamo un rapporto sanguigno con la città, la voglia di tornare non si spegne mai, quelli che vanno via sono, come dice Erri De Luca, Napolidi”.



Sulla sempre dibattuta tematica della competizione fra donne, Luisa Ranieri ha sottolineato che esiste, ma anche che tra donne intelligenti essa diventa “una forza positiva, non negativa. Proprio nelle difficoltà, le donne sono capaci di tirar fuori il meglio. Non credo che per il genere femminile sia un periodo di rivincita, abbiamo ancora un sacco di strada da fare, però ci sono buoni segnali. Poi, per cambiare davvero le cose importanti, ci vogliono le leggi e l’educazione civica”.



LUISA RANIERI: “UNA DONNA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA? IN ITALIA ABBIAMO FIGURE ALL’ALTEZZA DEL RUOLO”

Nel prosieguo della sua chiacchierata con i colleghi de “La Stampa”, Luisa Ranieri ha detto la sua circa la possibile elezione di un presidente della Repubblica donna, evidenziando che “sarebbe bello se si facesse un gesto di questa portata. Ovviamente non solo perché verrebbe scelta una donna: quello che conta, a prescindere dal sesso, è che alla guida del Paese ci sia una persona con un profilo alto, imparziale, capace di rappresentare tutti. Secondo me ci sono donne che possiedono queste caratteristiche, e sarebbe giusto se venisse data loro l’occasione di mettersi alla prova”.



Poi, la rivelazione: le sue figlie sono state vaccinate contro il Coronavirus, nella speranza che possano non perdere nemmeno un giorno di scuola, in quanto “andarci è importante, è la fase più bella della vita, il momento di aggregazione, di gioco, di esplorazione, delle prime relazioni con l’altro sesso. L’anno scorso la mia figlia più grande è uscita devastata dall’esperienza della Dad, è stato un periodo pesante, ho visto lei e le sue coetanee perse, e i genitori più persi di loro, sull’orlo di una crisi di nervi. Vacciniamo i figli contro altre malattie, vacciniamoli anche per evitare il Covid. Mi piacerebbe che il virus sparisse, dandoci la possibilità di tornare alla vita di prima, di incontrare gli altri in tranquillità, di viaggiare e di toglierci questa benedetta mascherina”.