Chi è Luisa Viglietti?

Luisa Viglietti è stata la donna che ha affiancato Carmelo Bene negli ultimi anni della sua vita dal 1994 al 2002. In un’intervista a percorsi.life datata 7 gennaio, la Viglietti, che nella vita ha fatto e fa ancora la costumista, ha parlato del loro primo incontro e soprattutto delle impressioni ricavate dalla sua stretta frequentazione con uno degli attori che più hanno segnato il cinema del Novecento. “Era un uomo solo, con nessuna fiducia nel prossimo suo”, è il ritratto a parole più ‘fedele’ al personaggio. Almeno secondo Luisa, che oggi lo ricorda con un certo ‘distacco’ non meno affettuoso.



Questa la cronaca del loro appuntamento: “Ci siamo conosciuti il 27 giugno del 1994, lo ricordo bene, fu il giorno che andò a registrare da Maurizio Costanzo Uno contro tutti. Ero andata a casa sua, a Roma, per un colloquio di lavoro. Aveva bisogno di una costumista per Hamlet suite, lo spettacolo che lo riportava in scena dopo quattro anni di assenza. Mi aspettavo un copione o almeno una scaletta dei personaggi e delle azioni, invece ci tenne che mi appuntassi sul mio quaderno una serie di indicazioni che mi leggeva, ci tenne che prendessi nota di ogni particolare: i cigolii sinistri, la ‘musica acqua’ per i reiterati annegamenti d’Ofelia, i bauli del viaggio fermo…”. Carmelo aveva un approccio particolare anche rispetto al suo lavoro, e Luisa non poté fare a meno di notarlo.



Luisa Viglietti ricorda Carmelo Bene

Luisa Viglietti non fu l’unica donna nella vita di Carmelo Bene. Negli anni Sessanta, infatti, Carmelo sposò Giuliana Rossi, e – dopo la separazione – ebbe una figlia da Raffaella Baracchi, Salomè, che oggi porta avanti la memoria del padre.

A proposito del rapporto tra ‘personaggio’ e ‘persona’, Luisa ha dichiarato: “Conoscevo la bellezza della sua voce e le intemperanze mediate dalla scena, non conoscevo la persona, che aveva con tanta cura nascosto ben bene sotto una lunga serie di convenzioni che applicava nel relazionarsi con il mondo. Quell’incontro mi aveva fatto sorridere per giorni, la stanza dove eravamo era coperta sui tre lati da enormi specchiere, sulle quali si rincorreva da solo”. Un dettaglio rilevante, che la diceva lunga su quella personalità così poliedrica.