La russa Lukoil ha accettato di vendere la raffineria Isab di Priolo Gargallo (Sicilia) a un fondo di private equity sostenuto da Israele, associatosi al commerciante di materie prime “Trafigura” in un’offerta dell’ultimo minuto che ha sconfitto quella della statunitense Crossbridge Energy Partners e del commerciante di petrolio Vitol. L’accordo, che dovrebbe concludersi entro la fine di marzo, consentirà all’impianto di evitare la nazionalizzazione o la chiusura, dopo che le sanzioni dell’UE hanno tagliato le forniture di petrolio russo a dicembre.



Ne dà notizia sulle sue colonne il “Financial Times”, che spiega come due persone vicine alla transazione abbiano dichiarato che GOI Energy (questo il nome del fondo, ndr) pagherà a Lukoil – la più grande compagnia petrolifera russa non statale – “circa 1,5 miliardi di euro per acquisire l’impianto, che può lavorare circa 355mila barili di petrolio al giorno. Dal canto suo, Trafigura, uno dei maggiori trader di materie prime, “non assumerà una partecipazione diretta nell’impianto, ma contribuirà a fornirgli il capitale circolante e il petrolio grezzo, commercializzando i combustibili raffinati prodotti in base a un accordo di fornitura e offtake esclusivo”.



LUKOIL VENDE RAFFINERIA ISAB DI PRIOLO GARGALLO A UN FONDO SOSTENUTO DA ISRAELE: SOSPIRO DI SOLLIEVO PER IL GOVERNO ITALIANO

L’accordo tra Lukoil e il fondo sostenuto da Israele è significativo per il governo italiano, che temeva la chiusura di uno dei più grandi siti industriali dell’Europa occidentale dopo che le banche avevano preso le distanze dalla compagnia russa in seguito all’invasione dell’Ucraina da parte del Paese guidato da Vladimir Putin. Il “Financial Times” ha rilevato che “persone vicine al ministro dello Sviluppo economico italiano Adolfo Urso hanno dichiarato che l’acquisizione sarà soggetta alle consuete verifiche in termini di norme antitrust e ambientali, nonché al mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali”.



Il mese scorso, il governo italiano ha approvato un decreto d’emergenza per assicurarsi di avere i poteri necessari per garantire l’operatività dell’impianto, anche attraverso una nazionalizzazione temporanea, qualora Lukoil non avesse concordato una vendita. Il “Financial Times” ha evidenziato altresì che GOI è un ramo di Argus New Energy Group, un fondo di private equity sostenuto principalmente da investitori israeliani, secondo quanto riferito da persone che hanno familiarità con le sue operazioni. Il suo amministratore delegato è Michael Bobrov, che in passato ha gestito le operazioni di Trafigura in Israele. Bobrov ha anche una partecipazione nel Gruppo Bazan, che gestisce la più grande raffineria di petrolio di Israele, attraverso un altro veicolo. L’accordo contribuirà a incrementare i volumi di trading di Trafigura”.