Gli Stati Uniti hanno dato il via libera al sostegno della raffineria di petrolio Lukoil di proprietà russa. A svelare il retroscena è il Financial Times, secondo cui la Casa Bianca ha rassicurato il governo italiano riguardo il fatto che i finanziatori italiani non incorreranno in sanzioni per il “salvataggio” del più grande produttore di carburante del Paese. Questa settimana è entrato in vigore l’embargo a livello europeo che vieta le importazioni di greggio russo via mare, lasciando la raffineria ISAB Lukoil di Priolo, in Sicilia, in difficoltà per assicurarsi i rifornimenti.
La raffineria dipende, infatti, dalla casa madre russa per il petrolio da quando le banche italiane hanno bloccato le sue linee di credito a causa dell’invasione dell’Ucraina, tagliandola fuori dalle forniture di petrolio non russo. Andrea Gacki, direttore dell’Office of Foreign Assets Control del Tesoro statunitense, in una lettera ha scritto che la «potenziale fornitura di un prestito ponte» da parte delle banche italiane e dell’investitore statale Cassa Depositi e Prestiti «non comporterebbe attività proibite ai sensi delle autorità sanzionatorie dell’Ofac relative alla Russia».
“LUKOIL HA BISOGNO DI QUASI 1 MILIARDO DI EURO”
La raffineria, di proprietà della controllata svizzera Litasco di Lukoil, ha urgentemente bisogno di quasi 1 miliardo di euro per continuare a operare. Finora i finanziatori, tra cui figurano UniCredit e Intesa Sanpaolo, hanno rifiutato di riprendere i prestiti alla società temendo un potenziale contraccolpo da parte degli Stati Uniti. Lukoil, che è la più grande compagnia petrolifera russa non di proprietà del governo, è stata oggetto di sanzioni limitate dagli Usa, tra cui il divieto di fornire aiuti per l’esplorazione, ma non è stata colpita da sanzioni finanziarie dirette. Ora arriva la rassicurazione da Washington. La scorsa settimana il governo italiano aveva emanato un decreto d’urgenza che delinea un piano per porre la raffineria sotto amministrazione fiduciaria pubblica.
A settembre, la Germania aveva agito in modo simile quando ha preso in carico una raffineria di proprietà di Rosneft, il campione petrolifero nazionale russo sostenuto dallo Stato. L’obiettivo del governo italiano è garantire i posti di lavoro nell’impianto, ritenuto un bene energetico strategico, e ad assicurare che Roma abbia voce in capitolo sui termini e le condizioni della vendita dell’impianto. Secondo due persone vicine alle trattative, citate dal Financial Times, la scorsa settimana Roma ha scritto a Crossbridge e Vitol chiedendo loro di fornire documentazione aggiuntiva alla loro offerta prima che le trattative possano andare avanti.