Lulù Selassiè a tutto tondo nella lunga intervista rilasciata a Verissimo. Il dialogo con Silvia Toffanin è partito dal soprannome – il suo vero nome è Lucrezia – l’ex gieffina ha spiegato: «Sono sempre stata Lulù per chiunque, anche a scuola. Essendo americani, non riuscivano a dire Lucrezia. E’ un soprannome un po’ da bimba e quindi lo tengo».



Uno dei passaggi più delicati dell’intervista è quello dedicato agli episodi di razzismo subiti dalla 23enne, ferite che sono rimaste: «Ho conosciuto il razzismo quando avevo 6-7 anni, quando ero piccola. Prima non sapevo cosa significasse, non mi vedevo diversa dagli altri – ha spiegato Lulù Selassiè – Un bambino arrivò a scuola e mi disse qualcosa di orribile. Rimasi sconvolta. Da quel momento iniziai a guardarmi diversa, facevo delle richieste stranissime a mia madre, come farmi bionda».

Il racconto di Lulù Selassiè a Verissimo

Lulù Selassiè si è commossa ripensando a quanto attraversato nell’infanzia e nell’adolescenza, con insulti durissimi da sopportare. La giovane aspirante artista ha proseguito il suo racconto tra le lacrime: «Volevo essere come certi miei compagni di classe, mi sentivo sbagliata e strana. Mia madre avrà pensato che fossi impazzita. Mi sentivo strana io. Questo bambino ha rovinato la mia infanzia: io vivevo serenamente, ma da quel momento è cambiato tutto per me. Tutte queste cose mi hanno davvero lasciato una ferita che non è andata via. L’ho portata avanti alle scuole medie. A me non mi voleva nessuno perché purtroppo ero quella ragazza diversa e brutto. I ragazzi si vergognavano a dire che gli piacevo». Ora Lulù Selassiè ha voltato pagina, ma ha una speranza: «Se il mondo è un posto migliore, queste persone penso che non esistano più. Io ho 23 anni, non vorrei mai che altri bambini vivessero quello che ho vissuto io».

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