Artemis I: la NASA torna sulla Luna
La recentissima missione spaziale denominata “Artemis I” della NASA sembra aver riaperto vecchissime questioni che hanno interessato le potenze mondiali sulla conquista della Luna e dello spazio e lo sfruttamento delle risorse che vi si potrebbero trovare. La missione, partita poco meno di un mese fa, ha portato nello spazio la navicella Orion, che ha compiuto un giro completo della Luna, per poi tornare, oggi, sulla Terra. Si tratta del primo tassello di una missione che poterà, prima, di nuovo l’uomo sulla Luna, puntando infine all’ambizioso Marte.
Nel 2025 Artemis dovrebbe partire con il primo equipaggio a bordo, che stabilirà una base terrestre sulla Luna. Si tratta, insomma, di una nuova fase dell’esplorazione spaziale e del primissimo passaggio del più ampio progetto di “conquista” dello spazio. Tuttavia, gli attori mondiali, pur accogliendo calorosamente la missione, hanno ritenuto necessario spingere sull’acceleratore per quanto riguarda i loro progetti spaziali, con il solo fine di riuscire ad accaparrasi una “fetta” della Luna. L’obiettivo è semplice, non rimanere indietro rispetto al governo USA (che finanzia la NASA) e non lasciare all’azienda il monopolio sulle risorse che si potrebbero ricavare nel profondo spazio.
La conquista dello spazio e la nuova legge sull’esplorazione
Insomma, nel contesto in cui, da una parte la NASA è sempre più vicina all’ambiziosa conquista dello spazio e della Luna con la sua missione Artemis, e dall’altra il resto degli attori mondiali (la ESA europea e il programma d’esplorazione spaziale cinese) stanno accelerando per arrivare anche loro sulla Luna, occorre definire un nuovo piano di esplorazione. Tecnicamente esiste già e si chiama Trattato internazionale sullo spazio extra-atmosferico, siglato nel 1967 e mai aggiornato da quel momento.
Il trattato sul diritto nello spazio, per ora, prevede solamente che non ci si possa appropriare di un corpo celeste, ma non pone altri vincoli e non cita neppure l’estrazione dei minerali nello spazio. Se tutte le nazioni arrivassero sulla Luna dopo la missione Artemis, senza una legge a regolare l’estrazione dei minerali, presto potremmo dover parlare delle prime guerre spaziali. A tal proposito la NASA non è rimasta indietro e ha proposto il suo nuovo trattato spaziale, chiamato Artemis Accords, fine proprio a garantire la sicurezza e la libertà nello spazio. Ma c’è un problema, si tratta di un accordo bilaterale, attualmente firmato da 21 paesi, ma che ognuno è libero di non firmare, e per ora manca l’approvazione da parte di Germania e Cina, tra gli altri.