Lunetta Savino non è stata l’unica a interpretare Felicia Impastato. Nel film del 2000 di Marco Tullio Giordana I Cento Passi, incentrato più che altro sulla vita del figlio Peppino, la donna era stata interpretata da Lucia Sardo. L’attrice originaria di Francoforte aveva all’epoca 48 anni e veniva dal successo de La fame e la sete di Antonio Albanese. Aveva anche recitato nel film scandalo Il macellaio di Aurelio Grimaldi con Alba Parietti protagonista. Lucia Sardo però ha visto gli anni migliori della sua carriera a teatro anche se sono diversi i film al cinema che l’hanno vista protagonista. L’ultimo è Picciridda Con i piedi nella sabbia di Paolo Licata. In passato ha recitato per autori molto importanti come Giorgio Farina, Marco Amenta, Franco Battiato e anche Carlo Verdone. Con quest’ultimo ha recitato in Ma che colpa abbiamo noi film del 2003. (agg. di Matteo Fantozzi)



“FELICIA IMPASTATO ABBANDONATA DALLO STATO”

Protagonista del film “Felicia Impastato”, dedicato alla madre di Peppino Impastato, Lunetta Savino oggi è stata ospite di Vieni da me. L’attrice ha voluto ricordare tutti parenti delle vittime di mafia che hanno combattuto a lungo per ottenere giustizia, a partire da Felicia: «Si sono battuti strenuamente, spesso in solitudine: cittadini, giornalisti e magistrati sono rimasti soli. Anche la storia di Felicia Impastato racconta questo: all’inizio, le viene raccontato che Peppino era morto perché era un terrorista o perché era depresso. La madre non ha potuto sentire queste menzogne e questi depistaggi. Una parte dello Stato ha lasciato soli Felicia e Giovanni Impastato, per fortuna lei ha incontrato più magistrati come Costa e Chinnici, fino a Franca Imbergamo, che riuscirà a farla arrivare in Tribunale per l’incriminazione di Badalamenti, boss mafioso mandante dell’omicidio di Peppino».



LUNETTA SAVINO A VIENI DA ME

Lunetta Savino ha ammesso di aver avuto preoccupazioni dopo aver accettato il ruolo: «Ho avuto paura, sono delle prove umane oltre che professionali, soprattutto quando devi interpretare una donna così amata. La sua forza è stata quella di aprire le porte di casa, anziché chiudersi per piangere la morte del figlio, come consuetudine delle donne del Sud».

E l’attrice ha poi ricordato ulteriormente la figura di Felicia: «Lei apre la sua porta e decide di raccontare chi era Peppino. Sapeva che il cammino sarebbe stato lungo e per questo ha voluto mantenere vivo il ricordo di Peppino Impastato, che usava l’arma delle parole per combattere la mafia. Felicia continua l’opera di Peppino, impara dal figlio come continuare a tenere viva l’attenzione e capisce che la mafia si combatte con le parole e non con la pistola».