Susanna Tamaro tornerà a brevissimo in libreria con il suo nuovo romanzo, Il vento soffia dove vuole, presentato in anteprima nazionale nel corso della Fiera delle parole a Padova. Un testo complicato ma incredibilmente sincero, del quale parla con il quotidiano La Verità, che riscopre il vecchio mezzo comunicativo delle lettere per parlare della vita, della sofferenza e delle scelte, anche sbagliate, che si compiono nella vita.



L’obiettivo, spiega Tamaro, è denunciare metaforicamente come “la schematizzazione virtuale delle emozioni e del pensiero non fa bene a nessuno. Con i social”, sostiene, “viviamo in una perenne distrazione di massa”. Nel suo romanzo sostiene chiaramente che il mondo ha bisogno di più uomini “Lego”, che spiega essere “quelli che hanno la spinta a costruire relazioni che durano. Quelli che sanno che ci vogliono le mano per potare un melo, per riparare un cancello”, tutte conoscenze che oggi, secondo Tamaro, sembrano essere sempre più lontane e dimenticate, a favore del pensiero, errato, che “gli ultimi 30 anni di iper-modernità siano tutta la nostra storia”. Complessivamente, inoltre, ritiene che “oggi viviamo uno squilibrio nel rapporto tra maschile e femminile perché l’uomo ha perso il potere che aveva un tempo e non ne ha ancora costruito un altro”.



Tamaro: “L’ideologia sull’aborto vuole cancellare il dolore delle donne”

Uno dei temi portanti del romanzo di Susanna Tamaro è l’aborto, sperimentato dalla protagonista che ne porta ancora le ferite a decenni di distanza. “Mi impressiona”, spiega in merito all’aborto, “che venga trattato sempre come una questione ideologica”, finendo per “cancellare la sofferenza della donna“. A suo avviso, infatti, “è un’azione importante che non si può archiviare in modo disinvolto perché le sue tracce segnano la fisiologia e restano a lungo nel corso delle donne”.



La realtà virtuale che ci stiamo costruendo, spiega ancora Tamaro, cambia il paradigma dell’essere umano, che per tornare ad essere, appunto, umano dovrebbe cercare di rendere le tecnologie “meno invadenti nella nostra vita quotidiana perché altrimenti rischiamo di trasformarci in homo demens“. Particolarmente problematica nella cultura odierna, secondo la scrittrice, è la così della ideologia woke, che a suo avviso “provoca un grande disordine” aprendo alla domanda su chi ne giovi veramente. Infine, parlando anche del cambiamento climatico, altro grande pilastro della cultura moderna, affrontato addirittura dal Papa nella Laudate Deum durante il Sinodo, Tamaro sostiene che “sarebbe bello che la Chiesa tornasse a parlare dell’esistenza dell’anima” che può essere una guida e un faro nella modernità complicata che ci si para davanti.