In Giappone sono tornati i lupi robot. Si tratta di un sistema tecnologico avanzato che viene utilizzato come una sorta di spaventapasseri dell’epoca moderna. Come si legge sul sito di Repubblica, le prime testimonianze di questi particolari lupi robot risalgono al 2016 sull’isola di Hokkaido, in Giappone, di preciso a Takikawa. Sette anni fa la città aveva deciso di installare un manichino con una testa mobile e dei sensori, e che all’occorrenza era in grado di ululare ma anche di accendere gli occhi lampeggianti ogni qual volta si percepiva un movimento nei paraggi. Adesso è però arrivata la sua ultima evoluzione, quindi montata su delle ruote e in grado anche di percorrere i sentieri di campagna di modo da effettuare deli veri e propri pattugliamenti.



Come scrive ancora Repubblica, il primo robot è stato sviluppato nel 2012 dalla Ohta Seiki, azienda che produce macchinari di precisione, con la collaborazione dell’Università di Hokkaido e dell’Università di Agricoltura di Tokyo. Oggi è invece giunto sul mercato “Monster Wolf”, il nuovo nome dei robot lupi, che ha appunto le sembianze del noto felino e un corpo lungo 120 centimetri, messo su un piedistallo. E’ un dispositivo a basso impatto ambientale in quanto lo stesso è alimentato tramite l’energia solare, e inoltre non richiede alcuna manutenzione.



LUPI ROBOT IN GIAPPONE CONTRO ATTACCHI ANIMALI: I DATI DEL MINISTERO

Nel 2020 ne sono stati installati ben 62, in particolare dal nord dell’Hokkaido fino alle isole meridionali di Okinawa, e il motivo è semplice: numerosi cervi e cinghiali hanno preso di mira i campi agricoli, di conseguenza gli agricoltori del luogo devono difendersi per evitare che i loro raccolti vadano distrutti.

Il nuovo modello urla e strepita e l’upgrade si è reso necessario dopo che il ministero dell’Ambiente lo scorso mese ha fatto sapere che in totale si sono verificati ben 54 attacchi da parte di orsi da aprile a luglio, quindi un altro grande problema oltre a cervi e cinghiali.