Per il leader di Noi con l’Italia Maurizio Lupi – intervenuto alle consultazioni alla Camera con il Premier incaricato Mario Draghi assieme alla delegazione di Toti (Cambiamo!), Quagliariello (Idea), Sgarbi, Alleanza di Centro e Usei – il Paese ha bisogno di un Governo forte e questo non può essere una “riedizione” dell’esecutivo Conte-bis come invece vorrebbero proporre l’alleanza formata dallo stesso Giuseppe Conte, Pd, Movimento 5 Stelle e Leu.
«Draghi si è messo a servizio non formale del nostro Paese: la sua figura è di alto profilo internazionale, autorevole e forte. Una grande risorsa per l’Italia»: così esordisce Lupi dopo il primo giro di consultazioni. «Il percorso che Draghi ha intrapreso è corretto, anche per il merito. In questa prima fase ci sarà un ascolto e una presentazione da parte sua e poi un secondo giro con cui si entrerà nel merito e sarà lui a porre le questioni e la sintesi del programma per confrontarci. È presto per dire se sarà un Governo a tempo, con secondo giro entreremo nel merito», ribadisce l’ex Ministro dei Trasporti. All’interno del tavolo di lavoro alla Camera, Lupi spiega di aver parlato di contenuti del programma «dal Recovery fund al piano vaccini e alla scuola e ricerca».
“UN GOVERNO PER LA CRESCITA E NON ASSISTENZIALISTA”
Lupi ha poi spiegato di voler attendere il secondo giro di consultazioni con il Presidente incaricato che farà la sua sintesi e «a quel punto lavoreremo tutti nella coalizione del Centrodestra perché si possa dare una risposta il più possibile unitaria al professor Draghi». Per il leader di Noi con l’Italia, «Occorre capire come sarà il futuro del nostro Paese: occorre utilizzare il Recovery Fund con logica per crescita e sviluppo, non più la visione assistenzialista come avvenuto finora. Un euro pubblico sia moltiplicatore delle risorse private». Infine il nodo politico del momento per l’intero futuro del Paese: «Governo tecnico o politico? Se è un Governo di tutti, dell’unità nazionale, non può essere minimamente uguale a quello precedente. Ci deve essere discontinuità con il Governo del passato: è evidente che il Governo dei tecnici rischia di essere un Governo di nessuno, un Governo politico però deve essere l’espressione delle migliori risorse e quindi non può vedere l’espressione di chi ha già ricoperto gli incarichi nei precedenti governi».