Comincia con un lapsus la dichiarazione presso la Sala delle Feste del leader di Noi con l’Italia Maurizio Lupi dopo le consultazioni con il Premier Mario Draghi alla Camera: «abbiamo riconfermato al Presidente incaricato Sgarbi…». Qualche risata con il vicino critico d’arte – presente nella delegazione del Centrodestra composta da Noi con l’Italia – USEI – Cambiamo! – Alleanza di centro – Rinascimento – Idea – e poi il sostegno pieno ribadito a Draghi senza porre veti su squadra o programma: «Sosterremo il Governo Draghi e contribuiremo a dare all’Italia un governo di alto profilo, come autorevolmente chiesto dal Presidente della Repubblica.
Daremo il nostro supporto con idee e contenuti per affrontare le emergenze e rilanciare il Paese con progetti strategici». Nel corso delle consultazioni, l’ex Forza Italia ha riconfermato l’appoggio in Parlamento dopo la stima profusa per il programma presentato oggi dallo stesso Draghi a tutte le forze politiche presenti: un Governo europeista che guarda all’Europa unita, il baricentro atlantista, il piano vaccini, Lavoro, Scuola, Turismo.
IL PIANO DRAGHI E I CORPI INTERMEDI
Entrando nelle pieghe del programma Draghi, Lupi sottolinea di aver particolarmente apprezzato la volontà dell’ex Governatore BCE di ripartire dai corpi intermedi, dal Terzo Settore e dalla società civile – «la risorsa più preziosa del nostro Paese» – come punto di novità sulla crisi sociale, lavorativa ed economica in Italia. «Tutti temi che trovano autorevolezza e attuazione con la figura del Presidente Draghi», conclude Maurizio Lupi assieme alla delegazione composta da Vittorio Sgarbi, Paolo Romani e Gaetano Quagliariello: «stiamo rispondendo con serietà e responsabilità all’appello del presidente Mattarella, ovvero “Governo di alto profilo che non debba identificarsi con alcuna forma politica”, questa è la ragione per cui convintamente noi appoggiamo il nuovo Governo di Mario Draghi». Secondo Lupi, evidentemente 10 parlamentari del gruppo Noi con l’Italia-Idea-Cambiamo-Rinascimento non possono spostare gli equilibri eppure resta fondamentale «che non vi siano veti ma solo la condivisione di programmi e lavoro comune per il rilancio del Paese».