A cavallo tra Otto e Novecento Gabriele D’Annunzio scriveva a ragione “Io ho quel che ho donato perché nella vita ho sempre amato”.

Una massima profetica che ha trovato, un secolo dopo, un perfetto interprete in carne e ossa. E’ Carlo Olmo, il filantropo piemontese d’adozione che ha commosso l’Italia salvando migliaia di vite umane al tempo del Covid, proclamato lo scorso ottobre Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana dal Capo dello Stato Sergio Mattarella. Un uomo dalle gesta e dalla storia personale altrettanto straordinaria, tra i maggiori e più prodighi benefattori che l’Italia abbia mai conosciuto dal Dopoguerra a oggi.



Classe 1965, nativo di Lecco, trascorse sette anni difficili in un orfanotrofio mantovano prima di trovare l’amore di una famiglia-bene vercellese. Divenuto avvocato come il padre adottivo, abbandonerà la toga dopo essersi occupato di un brutto caso di pedofilia per seguire le arti marziali. Incarnando così nel concreto quotidiano quell’antica e primigenia filosofia orientale che, insieme alla profonda fede cristiana che altrettanto pervade il suo agire, restituisce in primis centralità assoluta al prossimo.



Così come ha fatto per tutto il 2020, reperendo durante il primo, tragico lockdown, tre ventilatori polmonari per la Rianimazione dell’Ospedale Sant’Andrea di Vercelli, 8.000 fra camici e tute, 40.000 guanti, 250 saturimetri e oltre 160mila mascherine distribuite in Piemonte, Lombardia e Liguria. Materiali preziosi frutto di anni di solidi contatti radicati con la Cina, praticamente introvabili ovunque e per chiunque in quei giorni epici. Collaborando eroicamente senza sosta con istituzioni locali e nazionali, Dogane, Forze dell’Ordine, Protezione Civile ed Esercito. Rispondendo fattivamente con tempestività a ogni richiesta d’aiuto. Senza mai un lamento, né tantomeno accusare segni di cedimento o stanchezza. Semmai sempre con un “grazie”, un sorriso e una mano tesa in più che hanno contagiato con una forza esplosiva, viscerale e inarrestabile migliaia di persone nella penisola.



Mettendo da privato cittadino, dignitosamente e garbatamente, a disposizione per il bene del Paese ingentissime risorse proprie (circa un milione di euro), accresciute altresì dai contributi spontanei degli italiani profondamente toccati dalla sua disinteressata e trasparente generosità: rendicontata pubblicamente sino all’ultimo centesimo. Roba da far invidia al Commissario Arcuri, nonché da lezione e monito a politica, Governo e Pubbliche Amministrazioni.

Compresi 8 munifici ‘Charity Tour’ compiuti a bordo di bus turistici fermi per la pandemia che sono tornati per le strade stipati fino all’inverosimile di ben 28 tonnellate di derrate alimentari distribuite con il prezioso aiuto di un ampio numero di volontari spontanei a 1.400 famiglie indigenti. Inclusa una nutrita dotazione di giocattoli, corredi per l’infanzia, strumenti elettronici e sussidi per consentire la didattica a distanza alle frange più povere della popolazione. Agendo costantemente in maniera operosa. In silenzio, a cuore aperto.

Ora tutto questo, insieme al principio-cardine della sua esistenza, “la vita mi ha tolto tutto, la vita mi ha ridato tutto: ora è tempo che io restituisca alla vita”, si fa protagonista di una pellicola intitolata ‘Lupo Bianco’, il soprannome con cui l’instancabile mecenate si è fatto conoscere e apprezzare in tutta Italia. “Parlare al popolo deluso è il mio pane quotidiano, in nome di un nuovo, possibile equilibrio nell’uomo fra necessità contingenti e parte energetico-spirituale. L’equilibrio armonico di queste due forze genera l’evoluzione di un’intera civiltà e la custodisce, tramandandone l’essenza e i valori alle generazioni future con garanzia di continuità”, esordisce Carlo Olmo.

A vestire i suoi panni è Sebastiano Somma, mentre Simona Cavallari sarà Angela Oliviero, la sua compagna. Nel cast anche Vincent Riotta, Gaetano Aronica, Guja Jelo, Antonella Ponziani, Rosario Petix, Francesca Rettondini, Alessandro De Marco, Diego Cammilleri, Daniele Ferrari, Emanuele Olmo, più circa 200 tra attori secondari, figuranti e comparse attualmente in fase di scouting attraverso casting già in fase avanzata. La regia è di Tony Gangitano. Produce ‘CinemaSet’ di Antonio Chiaramonte, reduce dalla vittoria alla Biennale di Venezia 2020 come miglior produttore per film di impegno sociale con il suo toccante ‘Io ho denunciato’.

L’opera è patrocinata dal Miur e dalla Provincia di Vercelli. Primo ciak il 10 maggio, anteprima a settembre alla kermesse cinematografica del capoluogo veneto con approdo nelle sale il prossimo 24 febbraio 2022 (virus permettendo), insieme a un esteso progetto di incontri nelle scuole italiane in grado di coinvolgere oltre 3 milioni e mezzo di giovanissimi studenti per fare focus sui contenuti edificanti civili e morali che nella vita contano davvero e fanno la differenza.

La strada maestra per migliorare una nazione è giungere dritti al cuore dei piccoli, educandoli sin da subito ai valori di amore, civiltà, onestà, impegno e condivisione fondamentali per scrivere una nuova pagina di storia d’Italia”, spiega Carlo Olmo. “Ma anche agli adulti pronti a riconoscere il fanciullino interiore che deve sempre accompagnare ogni umana esistenza. Senza mai soffocarlo, né tantomeno dimenticarlo, perché è lì che sta la purezza delle proprie azioni. Dobbiamo imparare a portare il nostro cuore e a farlo battere”.

La trama del film, rivela il filantropo, “si articola in tre macro momenti autobiografici. La parte della suprema tristezza, quando il bambino abusato e derelitto da una vita infelice trova improvvisamente il cancello di un paradiso terrestre totalmente sconosciuto. Presentato come un dono da rimanerne quasi incredulo: un regalo di grazia inaspettato e apparentemente contraddittorio con il dramma vissuto prima: questo a testimonianza che la vita ha sempre la capacità di stupire, se la sai cogliere”. Per proseguire poi con la trasposizione scenica “della crisi interiore di una scelta: quando nel difendere la verità si scopre la simulazione di un inganno che colpisce nel profondo un credo, dopo un inesorabile momento di smarrimento, in cui per un attimo si ritorna nelle spire di un abisso che è l’ignoto, ecco giungere l’addio all’avvocatura e l’inizio contestuale di quanto mi ha condotto al mio corrente percorso”.

C’è poi “il terzo momento, che racchiude anche il presente storico – approfondisce Carlo Olmo – coincidente con l’incontro con una dimensione di sorprendente meraviglia e stupore fatta di miracoli, apparizioni, scritture, persone, eventi assolutamente sovrannaturali, non razionalmente spiegabili, ma raggiungibili soltanto per mezzo di un conclamato atto di amore. La Provvidenza ha le Sue strade. Comincia da qui il Lupo Bianco”.

I sogni esistono. I sogni avvertono. I sogni parlano. Sta ai puri di cuore saperli cogliere e farne verità.