Per capire quanto il politologo “scorretto” Edward Luttwak sia mal digerito dall’opinione dei media “generalisti” in Italia basti ricordarsi quanti insulti solo qualche giorno fa si è beccata la giornalista del “Foglio” Annalisa Chirico per aver solo “osato” intervistare l’economista e politologo tra i più acuti e allo stesso tempo “scanzonati” esperti di politica americana in vista delle Elezioni Usa. Ebbene, il voto americano è passato – sebbene Trump non riconosca ancora la vittoria di Joe Biden – e Luttwak torna a parlare questa volta a Federico Novella de “La Verità”. In primo luogo, l’esperto non crede alla “ribellione” immaginata dal Presidente uscente – «Trump ama rumoreggiare ma gli avvocati faranno i loro ricorsi ma nulla che ribalti il risultato» – ma al netto di ciò non lo considera una sconfitta piena quella andata in scena lo scorso 3 novembre: «aveva tutti contro, soprattutto quelli con i soldi e alla fine nel pieno dell’emergenza sanitaria stava quasi per vincere. Insomma, ha fatto miracoli». Si prevedeva nei media Usa (e non solo) un tracollo totale del Presidente repubblicano, ma non è avvenuto affatto: anzi, «Trump ha perso, ma il trumpismo ha vinto» continua Luttwak.
LUTTWAK “SI PUÒ VOTARE COL COVID. L’ITALIA…”
Entrando nelle pieghe della sua analisi, il politologo Usa illustra come il taglio delle tasse e il disboscamento delle regole burocratiche inutili sono due dei lasciti più importanti e immutati della Presidenza Trump: «Con Trump la disoccupazione tra afroamericani e ispanici è ai minimi storici. I democratici offrono solo belle parole e sussidi. Trump non offre sussidi e non ispira simpatia: però crea posti di lavoro». Secondo Luttwak i Dem avranno vita difficile non solo nel controllo del Congresso, tutt’altro che scontato, ma anche nella stessa identificazione dei propri elettori: «queste elezioni dimostrano che l’americano medio non è caratterizzato dall’etnia o dagli orientamenti sessuali. Non è un omosessuale, e neanche bianco o nero: l’americano medio è semplicemente una persona che lavora, e che sogna il benessere. Ecco perché sostengo che il trumpismo abbia vinto, a prescindere dall’inquilino della Casa Bianca». Traslando poi le Elezioni Usa nelle sue conseguenze qui in Italia, Luttwak propone in maniera “scanzonata” agli italiani di prendere Donald come prossimo Papa: «Le sue idee vi tornerebbero molto utili perché l’economia italiana è terribilmente soffocata dalle pastoie burocratiche». Si intuisce in maniera palese cosa ne pensi il politologo delle ricette adottate dal Governo Conte, sia prima che durante il Covid: «proteggere gli anziani e sacrificare i giovani. In Italia è in atto una congiura contro bambini e ragazzi. I giovani non possono più lavorare. I ragazzi non possono andare a scuola. E forse i bambini dovranno ancora rinunciare all’asilo. Tutto per proteggere i vecchi». Luttwak “consiglia” a Conte di abolire subito il divieto dei licenziamenti («se non permetti i licenziamenti, non permetti neanche le assunzioni. Un datore di lavoro che deve ridurre l’organico a Genova per avere risorse a Bari, non può farlo. Questo paralizza il sistema») e in generale di eliminare – proprio come ha fatto Trump – il maggior numero possibile di regole che “intasano” l’attività delle imprese. La chiosa dell’intervista è una provocazione, ma tutt’altro che “sparata”: «le Elezioni americane insegnano al vostro presidente della Repubblica che evitare le elezioni ad ogni costo non è la scelta più saggia. Soprattutto se l’alternativa è tenersi un governo di intrallazzatori».