Il dibattito italiano sulla guerra in Ucraina è condizionato da un pacifismo ideologico e da un anti-americanismo che è dovuto da un lato all’influenza della Chiesa cattolica e dall’altro al retaggio comunista. Questa l’analisi del politologo americano Edward Luttwak, che a “Controcorrente” ha affrontato il tema della resistenza nell’opinione pubblica italiana e del sostegno all’Ucraina nella guerra scatenata dalla Russia. «È una questione culturale», la premessa dell’esperto di politica estera. «La Chiesa cattolica è contro la strategia e contro il calcolo guerra-pace». Dunque, Luttwak ritiene che per il cattolicesimo chi è attaccato ha una sola opzione, «la resa».



Quindi, «la Chiesa dice che gli ucraini si devono arrendere». Poi Edward Luttwak si è soffermato sulla dottrina degli ex comunisti, «che non c’è più ma è rimasto un residuo di puro anti-americanismo che non ha alcun senso logico». Dunque, la differenza tra il nostro Paese e gli altri in Europa è che in Italia ci sono «i cattolici e i comunisti inconsci».



“ITALIANI SI ATTEGGIANO E POI MANGIANO PASTA”

Per Edward Luttwak, dunque, l’obiettivo dei pacifisti italiani è solo uno: attaccare gli Stati Uniti. «Si vuole la pace o si vuole andare contro gli Stati Uniti?», la domanda che l’ex consulente strategico del governo Usa lancia a “Controcorrente“. «In Italia il problema è che pochissima gente si interessa alla guerra e alla pace. Vogliono atteggiarsi e poi tornano a casa e mangiano la pasta», la frecciata lanciata dal politologo. «Questa idea di guardare in giro nel mondo per vedere le altre popolazioni aggredite è stata oggetto di un dibattito filosofico. C’è l’obbligo di intervenire? In tal caso c’è molto da fare», ammette. Nella pratica, c’è un attacco da cui è scaturita una convergenza. «Rifiutarsi di mandare armi e poi ci sono i partigiani che vivevano di armi che arrivavano dal cielo, è assurdo», attacca Luttwak evidenziando una contraddizione del dibattito italiano.

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