La guerra in Ucraina non sarà decisa né dalla forza delle sanzioni né da quella delle armi, secondo Edward Luttwak. Il politologo ne parla in un’analisi per il Welt, dove spiega che dunque c’è solo un’opzione valida per Kiev. «Questa è una guerra da combattere per puro logorio, proprio come la Prima guerra mondiale sul fronte occidentale». Gli attacchi ucraini con i droni non hanno conseguenze gravi, c’è poi la Russia che ha una «piccola squadriglia di bombardieri», niente a che vedere con quelli del Bomber Command della Royal Air Force britannica. Di fatto, la prima grande guerra del terzo millennio viene combattuta sul terreno, «un bel passo indietro rispetto alla guerra cibernetica e informatica “post-cinetica” prevista dai generali occidentali e russi che portano molte medaglie sul petto ma non hanno mai combattuto». Non si può neppure contare sull’elemento sorpresa, visto che americani, russi e altre potenze militari dispongono di satelliti di osservazione SAR in grado di rilevare singoli carri armati, ma anche truppe più grandi, a prescindere dalla visibilità.



Ci sono poi i radar che rilevano i movimenti entro poche ore, se non minuti. C’è poi la “riserva operativa” costruita dall’Ucraina addestrando e armando nuove unità per combattere fino al Mar Nero, così da tagliere tutte le vie di trasporto est-ovest, anche le linee ferroviarie che riforniscono la Russia a ovest sotto il fiume Dnipro. Questo secondo il politologo avrebbe posto le basi per una vittoria, con Putin costretto a scegliere se proseguire la guerra o aprire i negoziati per salvare le truppe bloccate. Ma le cose non sono andate così, proprio perché la Russia ha potuto monitorare in tempo reale l’avanzata degli ucraini e rispondere adeguatamente.



LUTTWAK “RUSSIA PUÒ ESSERE AUTOSUFFICIENTE”

La controffensiva ucraina non sta dando i suoi frutti anche perché sono stati sopravvalutati i carri armati Leopard tanto implorati: non hanno Trophy, il sistema di protezione attiva dotato di radar per rilevare i missili anticarro e i cannoni che distruggono le loro testate. La Germania ha acquistato il dispositivo israeliano, ma lo ha testato da sola, ritardando l’invio all’Ucraina. Neppure le sanzioni hanno messo sotto pressione la Russia secondo Luttwak. «A differenza della Cina, la Russia può essere autosufficiente sia in termini di cibo che di carburante e può produrre tutto ciò di cui ha bisogno, ad eccezione dei microprocessori e di altri piccoli prodotti ad alta tecnologia che possono essere facilmente contrabbandati». C’è poi il nodo Turchia, stretto alleato degli Usa, ma punto di transito per molte esportazioni altamente tecnologiche verso la Russia. «Per quanto riguarda l’economia russa, le notizie sono negative, ma non abbastanza. La crescita di quest’anno sarà di un misero 1,5%, ma comunque superiore al tasso di crescita tedesco (che si prevede sarà pari a zero). Anche il tasso di inflazione della Russia, pari al 3,3%, è di gran lunga inferiore alla media dell’euro. Quindi la guerra non finirà a causa della capitolazione economica della Russia», prosegue il politologo.



Alla luce di quanto sopra, c’è solo una strada da percorrere. «Combattere seriamente la guerra come si conviene a una lotta di liberazione nazionale. La popolazione ucraina è diminuita, ma è ancora superiore ai 30 milioni, quindi il numero totale di forze armate potrebbe raggiungere i tre milioni. Il 10% sarebbe la percentuale di mobilitazione di Israele nel 1947/48. E se fosse solo il 5%, come potrebbe fare la Finlandia al livello attuale, si tratterebbe comunque di un milione e mezzo di soldati», scrive Luttwak su Welt. Solo così Kiev «potrebbe vincere le sue battaglie e liberare il suo territorio alla vecchia maniera: in una guerra di logoramento, come nella maggior parte delle guerre d’indipendenza europee».