Scontro tra Edward Luttwak e Piercamillo Davigo molto duro ieri sera nel corso della trasmissione di La7 “DiMartedì” a proposito del funzionamento della giustizia italiana, messa nel mirino da Luttwak in modo anche molto forte. Abbiamo dunque assistito (trovate il video a fondo articolo) a un confronto molto forte sul tema della giustizia in Italia fra il politologo americano – già in passato più volte durissimo accusatore dei problemi del sistema giudiziario italiano – e Davigo, il pm già simbolo della stagione di Mani pulite.
Luttwak lancia subito una provocazione molto forte per aprire la discussione: “Ho una proposta rivoluzionaria: i magistrati italiani prima di accusare le persone devono raccogliere le prove. Adesso vanno sulla base di teoremi, indizi, suggerimenti, denunce: non sono prove! Quello che fanno in Paesi come la Francia per esempio è che un giudice istruttorio prima chiede al pm: dove sono le prove? Bisogna restaurare l’autorità con questa idea rivoluzionaria: ‘nulla pena sine lege‘. Prima devi avere le prove. Non puoi essere accusato se sei andato a cena con una persona che poi viene accusata di essere un mafioso, perché questo non è un crimine”.
Luttwak dunque completa il suo j’accuse con un ‘invito’ ai magistrati italiani, esortati a “copiare” un semplice modello: “Prima le prove, poi le accuse…“.
VIDEO: LA REPLICA DI DAVIGO A LUTTWAK SULLA GIUSTIZIA ITALIANA
Piercamillo Davigo replica alle esternazioni di Edward Luttwak con un pizzico di stizza e ribaltando i termini della differenza tra la giustizia in Italia e in molti Paesi esteri. Per prima cosa Davigo risponde sulle prove: “Le prove si trovano indagando, se non si indaga le prove non si trovano. Non è che uno si sveglia al mattino e trova le prove sul tavolo. Le prove vuol dire sentire i testimoni, fare intercettazioni, fare perquisizioni…”.
Davigo dunque insiste: “É per fare un processo che ci vogliono le prove, le indagini servono per trovare le prove e questo è così in tutti i Paesi del mondo”.
Qui si passa dunque alla differenza tra la giustizia italiana e quella di molti altri Paesi e Davigo rivendica quello che secondo lui è un grande merito del nostro sistema giudiziario: “La differenza fondamentale tra l’Italia e altri Paesi è che in Italia l’azione penale è obbligatoria, all’estero no. Quindi in Italia il pubblico ministero è obbligato a procedere, all’estero c’è una valutazione politica se procedere o non procedere”.