Uno dei più critici tra i fidati consiglieri di Luigi Di Maio, l’ex anchor man di Mediaset e Sky Tg24 Emilio Carelli si dice del tutto concorde con la “svolta” fatta da Luigi Di Maio sul fronte del secondo mandato. «Il superamento della regola dei due mandati per i consiglieri comunali, municipali e di circoscrizione del MoVimento 5 Stelle è un grande passo in avanti. Sono pienamente d’accordo con Luigi Di Maio che ieri ha incontrato circa cento politici locali del #M5S, uno per ogni provincia in rappresentanza di tutti gli altri. È necessaria un’organizzazione territoriale per ascoltare le istante dei cittadini con costante attenzione e trovare risposte concrete», spiega il deputato grillino. Questo significa, ad esempio, che per Appendino e Raggi l’esperienza in politica potrebbe ripresentarsi anche dopo la carica di sindaco di Torino e Roma: ricordiamo che infatti erano già in Consiglio comunale nella precedente legislatura entrambe le sindache M5s ma ora, con la regola sui grillini “locali” si potrebbe ripresentare l’occasione di una ricandidatura.



DI MAIO “CONTRO” VINCOLO MANDATO

Era di fatto rimasto l’ultimo vero “diktat” nel M5s dai tempi della sua fondazione con Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio e ora il vincolo del secondo mandato sembra essere definitivamente messo in discussione. Già ad inizio 2019 vi avevamo raccontato un retroscena che vedeva un Di Maio particolarmente scettico sulla possibilità di tenere a lungo quel vincolo, definendolo come “un limite” per chi avesse iniziato ad approfondire i temi e i problemi politici e dovesse poi lasciare tutto per il regolamento etico interno al Movimento 5 Stelle. Va detto che già con Raggi e Nogarin quello stesso codice etico era stato modificato più volte e non stupirebbe come a questo punto, dopo il vertice avuto ieri tra Di Maio e Beppe Grillo, si possa estendere la “rivoluzione” anche sul vincolo che impedisce al momento a tutti gli esponenti grillini con incarichi politici di poter proseguire oltre il secondo mandato. «Oggi pomeriggio ci siamo incontrati con circa cento consiglieri comunali, municipali e di circoscrizione del M5S .- ha scritto ieri Di Maio su Facebook –  uno per ogni provincia in rappresentanza di tutti gli altri. Abbiamo discusso della regola dei due mandati per i consiglieri comunali, municipali e di circoscrizione e siamo tutti d’accordo sul fatto che si può superare. Solo per loro, non per i consiglieri regionali e non per i parlamentari nazionali ed europei».



VINCOLO SECONDO MANDATO: M5S LO SUPERA?

Beppe Grillo “torna in sella” dopo la lunga distanza nel periodo post voto nazionale e pre-voto Europee e con esso anche la leadership del Ministro del Lavoro viene come “ridimensionata” dalla larga presenza ingombrante dell’ex comico. Dopo la debacle alle Elezioni del 26 maggio scorso, il leader grillino aveva annunciato una sorta di rivoluzione e ripensamento della struttura stessa del Movimento, sottolineando come la mancanza di radicamento nei territori sia un problema che il M5s paga sempre più spesso al voto. Per questo l’abolizione al vincolo del secondo mandato è stata la prima idea venuta a Di Maio, con l’ok di Grillo che rischia però di mettere in subbuglio la già frastornata ala ortodossa facente capo al Presidente della Camera Roberto Fico. Secondo Il Messaggero nei prossimi giorni partirà invece il “processo” ai sottosegretari grillini, con Di Maio che avrebbe già mandato un messaggio privato ad essi: «Ogni parlamentare lascerà per ogni sottosegretario una valutazione anonima non vincolante che poi verrà valutata con il massimo della riservatezza dai direttivi dei gruppi e da me come capo politico. Successivamente si passerà ai ministri». La Stampa ritiene che tutte questo mosse interne al M5s potrebbero far saltare più di una testa: Fico non piace a Di Maio nel suo continuare a tentare lo strappo con la Lega, anche se Grillo non è mai sceso in contrapposizione con il leader “sinistrorso” del M5s e questo il vicepremier lo teme al quanto. Da ultimo, un retroscena del Corriere della Sera di oggi svela «Di Maio con Grillo ha ammesso gli errori della strategia post Politiche, ha ascoltato la replica del garante (sempre molto diretto) e ha discusso del ventilato rimpasto e della possibilità di «sacrificare» alcuni ministri, a partire da Danilo Toninelli e Giulia Grillo».

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