La scelta del candidato sindaco a Milano del Movimento 5 Stelle si è trasformata in una telenovela. Per ora, peraltro, la puntata finale sembra lontana, a conferma che il nuovo corso di Giuseppe Conte stenta a decollare. A due settimane dal termine ultimo della presentazione delle liste, manca ancora il nome. Ieri si è tenuta una riunione di tre ore che non ha ridotto le distanze. L’ex premier punta sul rinnovamento, quindi vorrebbe candidare la manager Layla Pavone. La base invece chiede di dare ascolto agli attivisti che hanno scelto l’avvocato Elena Sironi. “Chi se ne assume la responsabilità politica di questa operazione?”, avrebbe chiesto Conte, secondo quanto riportato da Repubblica. Ma nessuno gli ha dato risposta.
Il compromesso potrebbe essere Layla Pavone candidata sindaco, Elena Sironi capolista. Così verrebbero tenute insieme le diverse sensibilità nel M5s. Il presidente sta anche pensando di riunirle per siglare il patto. Il via libera potrebbe arrivare domani sera. Ma il tempo stringe. La speranza M5s è di ottenere un buon risultato al primo turno per diventare oggetto del desiderio di Beppe Sala e del centrosinistra in vista di un eventuale ballottaggio. In quel caso la Pavone potrebbe entrare nella futura giunta.
SINDACO MILANO, CAOS M5S PER CANDIDATO
La sfida di Milano rischia davvero di non avere un candidato M5s? Dalla riunione fiume che è andata in scena ieri è emerso altro, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. Il tema non è tanto il nome, ma il cambiamento che si vuole dimostrare, anche perché altrimenti «non ha senso candidarsi», fa sapere un importante rappresentante del Movimento 5 Stelle. C’è molto di più, dunque, nella sfida tra Elena Sironi e Layla Pavone, quest’ultima consigliera d’amministrazione di Seif, la società editrice del Fatto Quotidiano. Chi può rappresentare il cambiamento?
La lettera che il premier Giuseppe Conte ha scritto al Corriere della Sera non fa riferimento a possibili alleanze elettorali, ma comunque Beppe Sala ha chiuso la porta ad un’alleanza al primo turno, anche perché parte della sua coalizione, cioè l’ala riformista formata da Italia Viva, Azione e Alleanza civica, avrebbe scatenato il putiferio. Senza candidato M5s convergerebbe comunque su Sala, che così senza perdere l’appoggio dell’ala riformista potrebbe farcela direttamente al primo turno. Per ora è fantapolitica, del resto la vera partita non è ancora cominciata.