Scissione nel M5s? Non per Vittoria Baldino, intervenuta ieri sera a Controcorrente nel dibattito sul caos nel Movimento 5 Stelle. La deputata grillina ha sminuito l’impatto che l’addio di Luigi Di Maio & Co. sta avendo sulla ‘salute’ del partito. “Io non la chiamerei scissione, ma omologazione. Quello che hanno fatto è prendere una strada, omologarsi al resto. È una scelta legittima, penso che si possa cambiare idea su tutto, ma bisogna dirlo con onesta. Ma bisogna avere rispetto per le battaglie che ti hanno e ci hanno portato lì dove siamo. Non bisogna mai dimenticare da dove si è partiti”. Quindi, l’attacco a Luigi Di Maio ancor prima che arrivasse quello di Beppe Grillo.
“Io non ho visto rispetto, ho visto disprezzo rispetto a delle battaglie e per le persone che le hanno fatte insieme, per la casa che ti ha ospitato per molti anni e ti ha permesso di diventare quello che sei”. Scissione o omologazione che sia, l’addio di Luigi Di Maio con 62 parlamentari ha aperto una ferita profonda nel Movimento 5 Stelle. “Se Draghi pensa che il Movimento è quello del guaglione di Pomigliano d’Arco allora noi non ci stiamo al governo…”, avrebbe detto Beppe Grillo in una delle riunioni con i deputati M5s, secondo quanto appreso dall’AdnKronos.
GRILLO SU DI MAIO “COME GIUDICA, MA GESÙ È RISORTO…”
Beppe Grillo ha pure declinato in chiave biblica il ‘tradimento’ di Luigi Di Maio. “Anche Giuda ha tradito Gesù, ma poi Gesù è risorto ed è diventato Gesù, mentre Giuda ha fatto la figura che ha fatto. Ecco, qui siamo alle prese con Giuda venduti per 30 bitcoin”. Il governo, comunque, resterebbe in piedi anche se i 166 reduci M5s dicessero addio. Infatti, i numeri di Camera e Senato parlano chiaro: la scissione del ministro degli Esteri ha messo in sicurezza l’esecutivo. C’è un altro tema caldo in casa M5s: il terzo mandato. “Non se ne parla nemmeno, è un tema identitario”. Beppe Grillo è irremovibile.
Il problema è che con questa linea ‘ortodossa’ resterebbero fuori dal Parlamento anche fedelissimi grillini, come il presidente della Camera Roberto Fico e la vicepresidente del Senato Paola Taverna. Questa ‘rottamazione’ potrebbe consentire al garante del Movimento 5 Stelle di liberare posti sullo scacchiere delle candidature alle prossime politiche, secondo quanto osservato da uno dei grillini critici ma rimasti nel M5s, e riportato dal Corriere della Sera.