Il Movimento 5 Stelle rischia di diventare (di nuovo) una polveriera. I più votati alle Parlamentarie rischiano di non vedere né Camera né Senato, perché ci sono gli “intoccabili” del presidente Giuseppe Conte, oltre che lo stesso ex premier che ha deciso di presentarsi in Lombardia, Campania, Puglia e Sicilia. Di conseguenza, i più votati sono finiti in fondo alle liste. Basta guardare cosa sta succedendo alle liste capitoline, dove Angela Salafia e Marco Bella sono stati superati rispettivamente dall’accademico Livio De Santoli e dal notaio Alfonso Colucci. La più votata del Lazio è l’uscente Francesca Flati, che dovrà fare strada a Francesco Silvestri. Di fatto, le Parlamentarie M5s si rivelano un flop.



«Certo, mi spiace. Sarebbe stato bello essere capolista. Il listino di Conte è una novità, ma è stato votato. Ora è il momento di lavorare ascoltando i cittadini», commenta Francesca Flati, amareggiata per quanto accaduto. Anche i fedelissimi dell’ex sindaco di Roma, Virginia Raggi, hanno espresso i loro malumori nelle chat, senza però arrivare a minacciare il ritiro. Invece Nicolino Di Michele, che era slittato al secondo posto, ha annunciato di non avere né voglia né spirito per affrontare la campagna elettorale. C’è Luca Migliorino, vice della commissione d’inchiesta che si occupa della morte di David Rossi, che è finito al terzo posto, anche se è tra i più votati alle Parlamentarie M5s.



PARLAMENTARIE M5S? UN FLOP: L’ESCAMOTAGE DI CONTE…

Nell’analisi che fa Il Giornale sul Movimento 5 Stelle viene compreso Paolo Trenta, fratello dell’ex ministra della Difesa Elisabetta, scivolato tra i supplenti per il Senato nel Lazio. Lui non ha condiviso la decisione di candidare il triestino Stefano Patuanelli nella sua regione. «Sono scelte del capo politico, il Lazio non manca di nomi che avrebbero meritato di essere collocati al posto di Patuanelli, spero non sia una scelta di cui pentirsi», ha spiegato all’AdnKronos. Di conseguenza, chi ha la possibilità di aspirare ad un posto in Camera e Senato sono i 15 intoccabili di Giuseppe Conte, visto che gli altri, dal secondo posto in giù, hanno probabilità che sono praticamente nulle.



La domanda vien da sé: che senso ha votare alle Parlamentarie M5s se i “giochi” sono stati già fatti dal presidente? Per salvare le apparenze e fingere una specie di democrazia interna? L’Associazione Rousseau non ha risparmiato critiche all’ex premier, definendo le Parlamentarie delle «Comparsarie», con cui «scegliendo i capilista e usando il giochino delle pluricandidature Conte ha, infatti, nominato direttamente tutti coloro che entreranno in parlamento rendendo il voto degli iscritti un esercizio di stile utile solo a individuare le persone che faranno da comparse per comunicare una democrazia interna che, in realtà, non esiste».