Ciclicamente, ogni anno si discute a ridosso della Manovra di Bilancio e come sempre scatenando sconti, polemiche e discussioni: stiamo parlando dell’Imu-Ici per la Chiesa Cattolica e i propri immobili dopo che il Movimento 5 Stelle ha presentato l’ultimo emendamento alla nuova Finanziaria 2020 nel giorno in cui anche tutti gli altri correttivi alla Legge sono stati presentati da Governo e opposizioni. «La Chiesa cattolica paghi l’Imu (e gli arretrati) sui suoi immobili adibiti a bar, ristoranti, alberghi e ospedali», è il contenuto dell’emendamento alla Manovra del M5s a firma Elio Lannutti. Con questa proposta di modifica alla Legge di Bilancio si chiede che la Chiesa paghi per tutti quegli esercizi commerciali che fanno pagare per la prestazione del servizio offerto «o anche all’erogazione di servizi ospedalieri o sanitari a pagamento in percentuale pari o superiore al 30% rispetto al fatturato complessivo dell’azienda». Non solo, sempre nell’emendamento Lannutti si imporrebbe a tutte e associazioni o le società legate alla religione cattolica e le congregazioni religiose che fanno capo alla stessa confessione il cui fatturato è pari o superiore a 100.000 euro annui, l’obbligo di farsi convalidare il proprio bilancio da un certificatore esterno tra i professionisti del settore. Da ultimo, sempre nell’emendamento destinato a riaccendere la polemica tra Chiesa e Stato italiano, si chiede che la Cei saldi gli arretrati non versati tra il 2006 e il 2011, quando ovvero l’Ici-Imu venne riconfermata dallo Stato e sui quali anni pende la sentenza della Corte Ue del tutto “contro” la Chiesal’Italia recuperi tasse non pagate»).



IMU E MICROTASSE: TUTTI GLI EMENDAMENTI ALLA MANOVRA

Circa 900 dal Pd, 230 da Italia Viva e oltre 400 quelli del M5s: queste le prime cifre sugli emendamenti presentati oggi alla Manovra di Bilancio 2020, e non è solo l’Imu alla Chiesa ovviamente il fulcro dei vari correttivi che il Governo tenta di far passare, dimostrando tra l’altro una non perfetta sintonia sulla bozza di base coordinata settimane fa. Dalla Plastic tax alla sugar tax, dalle auto aziendali fino all’ecobonus: rischia di cambiare completamente l’impianto della Legge di Bilancio se tutti gli emendamenti – o almeno una una parte – verranno votati in Parlamento. In primis, il M5s chiede di escludere dalla nuova plastic tax i prodotti monouso in plastica biodegradabile o quelli che contengono almeno il 25% o il 50% di plastica riciclata mentre il Pd ribadisce nel pacchetto di emendamenti «abbiamo accolto le tante istanze venute dalle categorie, dalle associazioni e dai soggetti che sono stati auditi in commissione Bilancio nei giorni scorsi». Per quanto riguarda la sugar tax invece il Partito Democratico propone il taglio dagli attuali 10 euro a ettolitro a 8 euro per prodotti finiti, mentre per i prodotti che vanno diluiti, il tributo passa da 0,25 euro a 0,20 euro. Italia Viva passa invece al contrattacco tanto sulle microtasse quanto sulla riforma pensioni: «no Quota 100 e alle tasse e tanti sì: ai giovani, alle famiglie, al lavoro, alla sfida della sicurezza ambientale, all’equità sociale, allo sviluppo economico». Non solo, per i capigruppo Davide Faraone e Maria Elena Boschi «La nostra principale ossessione è ‘no Tax’. Gli emendamenti propongono l’abolizione totale delle microtasse come plastic tax, sugar tax e auto aziendali».

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