CRIMI, CONTE E IL REGOLAMENTO

Si poteva forse evitare il caos del ricorso e della successiva ordinanza del Tribunale di Napoli che ha fatto decadere Giuseppe Conte da leader M5s e sospeso il nuovo Statuto approvato nell’agosto 2021: a rivelarlo è l’ex capo reggente Vito Crimi, oggi tornato nuovamente responsabile in attesa di capire come il Movimento 5Stelle reagirà alla sospensiva del Tribunale.



Nell’intervista a “La Repubblica” Crimi rivela di aver reperito l’atto del lontano 2018 che potrebbe mettere al riparo dai guai giuridici e regolamentari la leadership di Conte: nelle scorse ore è stata presentata l’istanza per revocare la pronuncia del Tribunale di Napoli con tanto di regolamento allegato. Si tratta, spiega il retroscena di “Rep” dell’atto che ammette alle votazioni online solo gli iscritti con almeno 6 mesi di anzianità. Per gli avvocati del presidente del partito questo documento è fondamentale in quanto proprio il taglio della platea elettorale, senza ‘codicilli a supporto’, aveva convinto i giudici a sospendere l’elezione di Conte alla guida del M5s. Come spiegano i due inviati De Cicco e Pucciarelli, «attorno a questo stringato verbale di quasi quattro anni fa, diventato l’ancora di salvataggio dei vertici stellati, si consuma una guerra di sospetti, in pieno stile 5 Stelle». Crimi spiega al quotidiano diretto da Maurizio Molinari: «Neanche mi ricordo di tutti i regolamenti che abbiamo approvato nel M5S, ne facevamo tanti…». La domanda è lecita e posta molto bene dal giornalista: «ma dunque perché Conte non conosceva quel dettaglio del regolamento?». Ed è la risposta a rendere il caos a 5Stelle ancora più incredibile: «No, non glielo avevo detto. Era una prassi talmente consolidata, che lo davamo tutti un po’ per scontato. Mi sono dimenticato di farlo presente a Giuseppe, mi sembrava superfluo».



IL CAOS M5S E LA “FRECCIATA” A DI MAIO

Bene, oggi quel “superfluo” ha spaccato i vertici del Movimento rendendo la guerra interna tra Di Maio e Conte con ancora più “veleni” e rischi per la tenuta futura del M5s: «sono rimasto basito quando ho visto l’ordinanza. A quel punto ho detto a Giuseppe: ora mi metto a cercarlo, ho fatto il ripristino del backup, ho dovuto richiamare il mio ex segretario che lavorava con me quando ero sottosegretario all’Editoria, all’epoca dei fatti. Mi sono messo a spulciare migliaia di mail […] Non mi ricordavo nemmeno se il regolamento fosse del 2018 o del 2019. Ho riscoperto alcuni regolamenti di cui nemmeno ricordavo l’esistenza». Ha veramente i toni più della farsa che non dell’attualità politica, eppure il primo partito in Parlamento al momento si ritrova con leadership e regolamenti interni sospesi in virtù di queste “sviste”. Non mancano però i retropensieri, come lo stesso Crimi ammette lanciando una ‘frecciata’ all’ex capo politico Luigi Di Maio: «Di Maio ci mandò una mail in cui chiedeva di fissare questa regola: che le convocazioni online degli iscritti fossero aperte a chi avesse più di 6 mesi di anzianità. Ho telefonato ai colleghi del comitato di Garanzia che presiedevo, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri, e ho risposto: diamo parere favorevole». Dunque il Ministro degli Esteri sapeva come fermare il ricorso, lamentano i fedelissimi contiani del M5s: Grillo prova a fare da “chioccia”, anzi da “condom” come lui stesso si è autodefinito ieri, ma le turbolenze interne al suo partito non ammettono ancora soluzioni di discontinuità.

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