VERSO MICRO-DEROGA SU VINCOLO MANDATO: COSA SI SONO DETTI CONTE E GRILLO

È in corso da questa mattinata l’incontro-fiume all’Hotel Forum di Roma tra il leader M5s Giuseppe Conte e il Garante nonché fondatore Beppe Grillo: presente, secondo l’ANSA, anche Domenico De Masi, il sociologo che ha aderito alla scuola di formazione del M5s. Secondo fonti parlamentari raccolte, dopo le 17 Grillo avrebbe in programma una serie di incontri con altri vertici M5s e con i gruppi parlamentari per dirimere il nodo centrale del vincolo di mandato: secondo quanto appreso invece dall’Adnkronos con Ileana Sciarra, vi sarebbe sul tavolo la discussione Sun una “micro-deroga” cui Beppe Grillo sarebbe pronto a discuterne per evitare ulteriori diaspore dopo il caso Di Maio.



«Una “micro deroga’, che fisserebbe la percentuale degli eletti ammessi al ‘terzo giro’ ben al di sotto del 10%», riportano le fonti Adnkronos mentre ancora il vertice tra Grillo e Conte si sta tenendo all’Hotel Forum. Tenuto conto che i parlamentari rimasti nel M5s e già al secondo mandato sono 49 in tutto: di questi, i sicuri di rimanere per un eventuale terzo mandato – spiega sempre l’Adnkronos con “Il Foglio” – sarebbero solo Paola Taverna, Vito Crimi e Roberto Fico. Rimarrebbero in questo caso solo altri due posti sui quali puntano tutto le “mire” dei Ministri Federico D’Incà e Fabiana Dadone, ma anche degli ex ministri Fraccaro e Bonafede, così come il sottosegretario Sibilia (già hanno annunciato invece che non si ricandideranno Giulia Grillo e Danilo Toninelli). Il tutto, ammesso che poi gli elettori M5s confermassero la rivoluzione in casa 5Stelle nel voto online, avrebbe pesanti ripercussioni anche su consigli regionali, comunali e Europarlamento: il “nodo” Cancelleri in Sicilia consiglia però di procedere con velocità, come spieghiamo qui sotto nel breve focus dedicato.



LA DISCESA DI GRILLO A ROMA: COSA SUCCEDE OGGI

Un anno fa la lite era tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo: sono passati 12 mesi e in casa M5s, o in quel che ne rimane, la disputa è passata nell’asse comune contro la “minaccia” della diaspora verso il nuovo partito di Luigi Di Maio “Insieme per il Futuro”.

Dopo un breve saluto nel Consiglio Nazionale convocato in fretta e furia ieri sera per “comunicazioni del Presidente”, stamane Grillo – che ieri aveva annunciato intervenendo nella riunione via zoom con i vertici dei 5Stelle – è giunto a Roma nel consueto Hotel Forum dove alloggia quando scende nella Capitale. Questa volta però l’impresa per il Garante-Elevato è assai ardua; non più ricomporre dei cocci, bensì evitare la rottura completa del Movimento che in pochi mesi si gioca faccia e futuro davanti agli elettori. Grillo incontrerà infatti nelle prossime ore i parlamentari, i vertici M5s e lo stesso Giuseppe Conte: sul tavolo la scelta se avviare o meno la votazione degli iscritti sul vincolo del doppio mandato, ma anche la designazione dei referenti territoriali in seno al Consiglio nazionale (ieri si è chiusa la fase delle autocandidature). Da ultimo, occorre capire quale sarà il candidato in corsa per le primarie siciliane con Pd e Sinistra per le prossime Elezioni Regionali d’autunno. Dopo la quasi totale sparizione dalle Amministrative e con una mega-scissione in atto ancora freschissima, il destino per M5s e Grillo (e Conte) non è mai stato così in bilico come ora.



BUFERA M5S: IL TEMA DEI MANDATI E DELLE CANDIDATURE

Da ieri circolano insistentemente alcune “voci” da canali M5s che riporterebbero la convinzione di Beppe Grillo di eliminare il vincolo del secondo mandato e sottoporlo alla votazione degli iscritti.

In realtà stamane sono le fonti dei vertici M5s all’ANSA a smentire categoricamente che nel corso del Consiglio Nazionale ieri sera Grillo abbia “aperto” a tale possibilità: «Il tema dei mandati», viene ancora precisato, «non è stato toccato neppure nel prosieguo dei lavori e non è tema in agenda». In realtà solo 10 giorni fa era stato lo stesso Conte ad avvisare pubblicamente come entro la fine di giugno «ci sarà il voto degli iscritti sul secondo mandato»: lo psicodramma della scissione di Di Maio ha poi ovviamente rallentato il tutto, ma pare che proprio dagli ambienti parlamentari si cerchi in extremis di convincere Grillo sull’eliminazione dello storico vincolo su 2 mandati per evitare ulteriori scissioni in futuro verso i “futuristi” del Ministro degli Esteri. «Penso che alla fine il vincolo cadrà. Riusciranno anche a convincere Beppe Grillo che l’ultimo principio portante del M5s dovrà venir meno, grazie alle deroghe per gli amici. Sarà la giravolta finale. Comunque sono fatti loro, che non ci riguardano e non interessano agli italiani che hanno altre priorità», spiega all’ANSA Primo Di Nicola, capogruppo designato al Senato di Insieme per il futuro. Se così non sarà infatti, conclude, «non ci sarà quindi deroga per Giancarlo Cancelleri, che intendeva partecipare alle primarie per la scelta del candidato del centrosinistra in Sicilia». Giusto ieri lo stesso Cancelleri aveva chiesto a Conte di «non perdere altro tempo» e convocare il voto sul vincolo del mandato, in quanto il 30 giugno scade il tempo per l’iscrizione dei candidati alle primarie che si terranno il prossimo 23 luglio. «Se non vinciamo queste primarie il M5s finisce, e non in Sicilia ma in Italia. E questo lo sanno bene a Roma», ha concluso Cancelleri facendo ben intuire quale sia la portata della decisione che nelle prossime ore Conte e Grillo dovranno prendere, oltre al non da meno importante tema delle armi da inviare in Ucraina.