Dopo le dimissioni di Draghi, respinte dal presidente Mattarella, il M5s valuta il da farsi. Nelle prossime ore è atteso un nuovo vertice in casa pentastellata, dopo l’incontro registrato questa mattina tra il leader Giuseppe Conte e la delegazione di governo. Il confronto ha ribadito l’unità e la compattezza del Movimento, riporta Adnkronos. Inoltre, fonti grilline hanno smentito che l’ex premier abbia chiesto le dimissioni dei suoi ministri, come circolato in precedenza.



L’Ansa fa sapere che entro questa sera il M5s dovrebbe definire la propria linea. In programma numerosi confronti interni, a cui potrebbero seguire una nuova riunione del Consiglio nazionale. Secondo diverse fonti, fra le ipotesi che si stanno valutando c’è anche il ricorso a una votazione online per consultare gli iscritti sulle prossime possibili mosse politiche, a partire dalla possibile nuova votazione sulla fiducia all’esecutivo.



M5s, possibile voto online sulla fiducia a Draghi

Non mancano i malumori all’interno del M5s. Il capogruppo alla Camera Crippa ha accusato Conte di dettare la linea del Movimento senza consultare il Consiglio nazionale, ma solo i suoi fedelissimi. Il ministro D’Incà, inoltre, si è detto fermamente contrario all’ipotesi di ritirare la delegazione dal governo. Grande preoccupazione per le sorti del Paese, in particolare per il Pnrr e per le conseguenze europee. Alcuni esponenti M5s nelle ultime ore hanno preso posizione, il sottosegretario all’Interno Carlo Sibilia ha spiegato ai microfoni di Adnkronos: “Stiamo valutando il premier ha rassegnato le dimissioni e sono situazioni che si evolvono e non dipendono dal M5S, che ha visto in questi mesi smantellare le sue misure. Le nostre sono Scelte trasparenti: da due mesi a questa parte abbiamo sollevato il problema del dl aiuti, siamo stati conseguenti in cdm e alla camera, dove non abbiamo votato il resto. Ora c’è stato un voto in senato e il premier ha deciso di dimettersi nonostante il voto sia passato”. Il M5s, ha aggiunto Sibilia, attende delle risposte dal primo ministro. “Se poi non ha intenzione di rispondere, ne prendiamo atto”, ha concluso.

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