Alla notizia che il vitalizio (trattamento pensionistico legittimo per tutti i parlamentari della Repubblica Italiana) per Roberto Formigoni è stato sbloccato, la reazione del Movimento 5 Stelle dentro e fuori il Parlamento è stata furente: come abbiamo spiegato nel focus qui, l’ex Governatore della Lombardia ha visto accettare il proprio ricorso dalla Commissione Contenziosa del Senato che ha reintrodotto il vitalizio (con tanto di arretrati non percepiti) all’ex senatore condannato per corruzione dalla Procura di Milano. Si tratta però non di una decisione politica – come ha spiegato il presidente della Commissione Giacomo Caliendo (Forza Italia) – bensì di una «mera applicazione della legge».
Il problema, per i 5Stelle, è che quella legge è la “madre” di tutti i provvedimenti voluti dal Movimento fondato da Beppe Grillo, il Reddito di Cittadinanza. In particolare, la legge 26/2019 art. 18 bis in materia di reddito di cittadinanza consente «la sospensione dei trattamenti previdenziali solo ai condannati per i casi di mafia, terrorismo o evasione». La Commissione Contenziosa ha semplicemente preso atto della legge, annullando la delibera Grasso-Boldrini del 2015 che sottraeva il vitalizio (poi applicata contro Formigoni nel 2019): spiega ancora Caliendo, «La decisione, che tiene conto di sentenze della Corte costituzionale e delle leggi che si sono susseguite dal 1966 fino al 2019 sul diritto alla pensione che non può essere sospeso se non in caso di evasione o latitanza, è una interpretazione basata sulle norme vigenti e si applica erga omnes, non riguarda il caso singolo».
IRA M5S SU FORMIGONI, MA IL VITALIZIO SBLOCCATO È “MERITO” LORO
Non deve però essere particolarmente chiaro ai membri del Movimento 5Stelle che oggi hanno parlato e scritto post infuriati contro la decisione del Senato sul reintegro del vitalizio a Roberto Formigoni. In primis era stata la senatrice Paola Taverna a saltare su tutte le furie, «Una vergogna inaudita. Gli italiani che ogni giorno lavorano e cercano di arrivare a fine mese ringraziano di cuore Caliendo, Pillon e Riccardi (eletta nel M5s e poi passata alla Lega, ndr) che hanno detto sì alla pensione-vitalizio per il condannato Formigoni». Durissimo anche Stefano Buffagni su Facebook, «Senza parole Roberto Formigoni, ex senatore, ex Presidente Lombardia, ma soprattutto condannato in via definitiva per corruzione, ora ai domiciliari, avrà la pensione. Sapete chi lo ha deciso? La Commissione contenziosa al Senato dove solo 1 senatore su 5 è M5S. Che schifo!». L’ex deputato ed ex M5s Alessandro Di Battista è letteralmente sbottato sui social scrivendo «E’ sempre la stessa storia, la casta politico/mediatica che protegge se stessa. I politici di centro-destra hanno fatto leggi su leggi per impedire che alcuni dei loro culi illustri e flaccidi finissero dietro le sbarre. Il centro-sinistra quelle leggi non le ha toccate. Non l’ha fatto sia per non disturbare gli uomini del ‘principale esponente dello schieramento a loro avverso’ e sia perché un giorno, chissà, le natiche sarebbero potute diventar le loro. Formigoni il carcere l’ha visto poco, troppo poco». La furia dei grillini è tanta, anche per l’ex Celeste rappresenta uno dei loro bersagli “preferiti” fin dall’inizio della loro discesa in politica: ma la “beffa” è che proprio una loro legge ha fornito la legittimazione pienamente regolare del reintegro del vitalizio.