M5S SPARISCE DA ELEZIONI PARMA 10 ANNI DOPO IL TRIONFO PIZZAROTTI

Dal maggio 2012 al giugno 2022: sono passati 10 anni a Parma, ma sembra passata un’eternità per il Movimento 5 Stelle. Due lustri fa infatti lo sconosciuto Federico Pizzarotti, vincendo le Elezioni Comunali a Parma divenne il primo eletto di rilievo nell’allora neo-compagine politica “di protesta”: alle prossime Amministrative 2022 invece a Parma non ci sarà alcuna lista con il simbolo M5s.



«Vista l’importanza della fase finale di transizione – si legge nella nota diffusa dal Movimento 5 Stelle –  e del percorso di riorganizzazione guidato da Giuseppe Conte, il M5s non si presenterà alle amministrative in tutti i Comuni d’Italia»: per la città di Parma, che si appresta a cambiare sindaco dopo 10 anni di guida Pizzarotti (eletto la prima volta con il M5s, la seconda con lista civica uscendo con polemiche dal Movimento pochi mesi dopo la rielezione), si è cercato di portare avanti «un progetto di un campo progressista unito, che sta prendendo sempre più piede anche a livello nazionale, per giungere alle amministrative con un’ampia coalizione, un polo credibile e alternativo all’amministrazione uscente, per ribaltare una politica sciatta, scoordinata, contraddittoria e avversa, nei fatti, alle necessità e urgenze ambientali e sociali». Il progetto di “campo largo” si è invece infranto con la lite proprio tra M5s e Pd, tanto che il partito di Conte afferma con durezza «il Partito democratico non presenta un proprio candidato sindaco ma ne sceglie uno nel campo dei propri avversari; lo chiamano campo largo, una definizione non sufficiente però a chiarire quali siano state le reali motivazioni per una scelta così paradossale». I 5Stelle fanno autocritica, ma non rinunciano a lanciare la palla nelle opposte coalizioni: «Alle diverse e legittime ragioni che ognuno ha posto, o dovuto porre, che hanno condotto queste forze a correre in solitaria, avremmo preferito si tutelasse la ragione superiore di una coalizione in grado di imprimere un passo nuovo alla nostra città. Obiettivo purtroppo mancato». Conte indica comunque nell’area del centrosinistra «l’unica reale area politica preferibile» ma decide infine di non presentare il simbolo alle prossime Elezioni del 12 giugno 2022.



L’EX SINDACO: “POPULISTI E OPPORTUNISTI, M5S HA PERSO OCCASIONE”

Nei giorni in cui un sondaggio “riservato” – rivelato da “Dagospia” – ha messo in fibrillazione Giuseppe Conte per le prossime Elezioni Politiche 2023, ovvero un M5s dato al 10,2% (ben 20 punti in meno della vittoria nel 2018), la situazione di Parma sembra rappresentare un simbolo piuttosto “iconico” della situazione nazionale del Movimento che fu di Beppe Grillo.

Eppure la nota del M5s su Parma ribadisce lo stesso “slogan” di 10 anni fa: «siamo consapevoli che il M5s, nella fase di una complessa riorganizzazione interna che ha trovato non pochi ostacoli, oggi resta la forza politica che si distingue nettamente da tutte le altre». Cresciuti ed evoluti, spiegano ancora dai vertici M5s, ma comunque fuori dalle Elezioni Amministrative a Parma, così per tante altre città in corsa a giugno. «Il M5s di Parma 10 anni fa? Avevamo un approccio più istituzionale e rivoltò alla città, meno ribellistico, non avevamo mai detto ‘zombie’ o ‘Pd-meno-elle’, non scimmottaviamo il M5S nazionale. Il meetup di Parma si chiamava ‘non solo grilli’, della serie va bene Grillo ma siamo autonomi, a pensarci bene era antesignano di quel che sarebbe successo», lo ha spiegato nella recente intervista a “La Repubblica” il sindaco uscente Pizzarotti. Proprio le liti costanti con il “direttorio” 5Stelle, il primo eletto tra le file del M5s fu anche il primo espulso “di rilievo”. Oggi, 10 anni dopo e senza più la presenza dei grillini alle Amministrative, il sindaco uscente lancia la bordata: «M5s positivo nella misura in cui ha catalizzato il malcontento, che diversamente poteva sfociare in qualcosa di peggio. Il problema è che questa energia si è dispersa, non ritornerà agli alvei di provenienza ma finirà nell’astensione e nella disaffezione. Se manca la politica non c’è democrazia e questo spaventa molto», conclude Pizzarotti a “Rep”.