CRIMI E TAVERNA ASSUNTI IN PARLAMENTO: IL “PARACADUTE” DI CONTE

Dall’aprire il Parlamento come “una scatoletta di tonno”, a rimanervi aggrappati a quella “scatoletta”… come dei tonni. Usiamo questa immagine colorita per provare a capire cosa stia succedendo in casa M5s, il secondo partito più in crescita per consensi in Italia dietro all’inarrivabile per il momento FdI di Giorgia Meloni: la notizia è molto semplice, gli ex parlamentari (ed dirigenti di peso) Vito Crimi e Paola Taverna – esclusi dalle Elezioni per la regola rimasta del vincolo dopo secondo mandato – starebbero per tornare nelle aule del potere come assistenti parlamentari. Una sorta di “risarcimento”, di “paracadute” voluto dal leader Giuseppe Conte per due tra le massime figure 5Stelle rimasti esclusi dalla “tagliola” dello statuto M5s, difeso strenuamente dal garante Beppe Grillo e messo invece in discussione (invano) dallo stesso ex Premier.



La notizia data oggi da “LaRepubblica” prende conferma da voci dirette del Movimento 5Stelle: «i due più meritevoli, i più esperti», spiegano da Campo Marzio, sottolineando come per l’ex vicepresidente del Senato e per l’ex capo politico reggente il nuovo ruolo di assistente parlamentare sia una sorta di “risarcimento” per quella regola rimasta in piedi nello statuto M5s e che li ha svantaggiati politicamente. Crimi e Taverna sarebbero infatti stati “rassicurati” per mesi da Conte circa l’effettivo convincimento del fondatore e garante Grillo sull’eliminazione del vincolo sul secondo mandato: non essendo riuscito però l’ex Premier a far cambiare idea all’ex comico, ecco che la promessa su un ruolo ancora di riferimento in Parlamento arriva a termine con l’assunzione per questa Legislatura da assistente alla Camera e al Senato.



ECCO QUANTO GUADAGNERANNO TAVERNA E CRIMI NEI NUOVI RUOLI IN PARLAMENTO

Vito Crimi e Paola Taverna, in attesa della notizia della nomina ufficiale, dovrebbero continuare ad avere accesso a Montecitorio e Palazzo Madama con uno stipendio annuo non simile a quelli parlamentari ma comunque non disdicevole: secondo i regolamenti parlamentari, per gli assistenti spetta un incarico con imponibile da poco meno di 70 mila euro l’anno, per dunque circa 3mila euro netti al mese. «La casta vuole tenersi il malloppo dei vitalizi, noi non molleremo», diceva Crimi solo qualche anno fa, facendo il paio con quanto urlato da Paola Taverna nelle aule parlamentari durante la sua prima Legislatura, «Io nun sò politica, sono solo una cittadina. La casta difende i privilegi».



Non c’è nulla di male nell’essere assunti come assistenti parlamentari, tutto in piena regole e incarico più che legittimo: fa sorridere che a beneficiarne sono gli stessi che per anni hanno ripetuto che il rimanere ancorati al lavoro della politica era da considerare come un male endemico della tradizione dei partiti in Italia. Potrebbero essere settimane convulse le prossime in casa M5s visto che altri “esclusi eccellenti” già con due mandati alle spalle potrebbero rivendicare il ruolo che Taverna e Crimi stanno per ricevere. Siamo parlando degli ex Ministri Danilo Toninelli e Giulia Grillo, oppure lo stesso ex Presidente della Camera Roberto Fico rimasto “senza incarichi” per il momento dal suo partito (mentre mantiene un ufficio a Montecitorio in quanto appunto Presidente uscente, con tanto di mini staff). Nel frattempo la diretta interessata Paola Taverna, raggiunta in giornata dall’Adnkronos per una dichiarazione in merito, si limita a sostenere «Avrò 70mila euro dal mio gruppo? Ma io non ne so nulla, oggi è domenica, sono una cittadina normale che la domenica fa altro, e comunque non sono stati determinati i contratti».