TRIBUNALE NAPOLI RIGETTA RICORSO ANTI-CONTE (E ANTI STATUTO)

Questa volta il Tribunale di Napoli “salva” Conte e il Movimento 5 Stelle e rigetta il ricorso presentato dagli stessi attivisti M5s che avevano ottenuto in marzo la sospensione dei vertici M5s e dello stesso statuto che regola internamente il partito.

«Il tribunale di Napoli ha rigettato il ricorso presentato dagli attivisti contro lo statuto e la leadership di Conte», hanno fatto sapere dal Movimento all’Adnkronos. Come noto, l’atto di citazione sollevato da 8 attivisti M5s – coordinati e seguiti dall’avvocato Lorenzo Borré – contestava il voto dello scorso marzo (esattamente come il primo dell’agosto 2021) sulla modifica dello Statuto M5s e la Presidenza di Conte. Tali votazioni, secondo i ricorrenti, «erano viziate sia sotto il punto profilo procedurale sia sotto il profilo sostanziale, dalla violazione dei principi di parità degli associati, con la candidatura di Giuseppe Conte e la eleggibilità esclusiva di pochi negli organi di garanzia». Ora però, con una sentenza slittata di qualche giorno (forse per non interferire con l’andamento delle Elezioni Amministrative, ndr) il Tribunale di Napoli ha rigettato e dunque di fatto respinto il ricorso degli attivisti.



COMMENTI E SCENARI DOPO LA SENTENZA PRO-M5S

«Il Tribunale di Napoli ha respinto il ricorso in sede cautelare contro lo Statuto e le democratiche scelte dei nostri iscritti sul futuro del Movimento 5Stelle. Andiamo avanti, con forza e determinazione per il rilancio del nuovo corso»: lo ha detto il leader e confermato Presidente Giuseppe Conte, intervenendo sui social per commentare il risultato della sentenza in arrivo da Napoli.



Sentito sempre dall’Adnkronos, l’avvocato Francesco Cardarelli – che ha seguito questo secondo ricorso per assistere il Presidente M5s – ha sottolineato, «Abbiamo vinto. E’ la vittoria di Conte, il tribunale ci ha dato ragione con un’ordinanza articolata e ben motivata». Secondo quanto ribadito dallo stesso legale di Conte, la sentenza-ordinanza del Tribunale «tocca tutti i punti nevralgici del ricorso e dà piene ragioni alle tesi del Movimento». Non solo, conclude Cardarelli, «Colpisce l’articolazione dei ragionamenti. Dalla convocazione dell’assemblea alla non rilevanza del regolamento alla sostanziale democraticità delle regole previste nel nuovo statuto: il tribunale ci ha dato ragione: il nuovo statuto rispetta le regole di democrazia interna». Sospiro di sollievo in casa M5s dopo questa sentenza anche se non vengono certo cancellate le forti problematiche interne al Movimento ad un anno dalle Elezioni Politiche: la crisi nerissima evidenziata dalle Amministrative, la flebile alleanza con il Centrosinistra, il “minacciato” allarme lanciato ieri da Conte, «la gente ci chiede di uscire dal Governo Draghi» e infine l’imminente voto in giugno per abolire il vincolo del doppio mandato, una bandiera storica di quel Movimento 5Stelle che sembra sempre più lontano parente anche di quello trionfante del 2018.