È bastata una visita del presidente Emmanuel Macron la scorsa settimana ai santuari di Notre Dame de Lourdes e una sua foto con le mani giunte come segno di preghiera per affollare i social e vedere di nuovo il dibattito sulla laicità al centro dei litigi politici. In viaggio in questo luogo di pellegrinaggio cattolico (prima volta per un presidente della Quinta Repubblica) per mostrare il suo sostegno a un territorio economicamente indebolito dall’assenza di turisti e pellegrini a causa della pandemia, la visita di Macron è stata subito criticata su Twitter da Jean Luc Mélenchon, capo de La France Insoumise (estrema sinistra) e da uno dei suoi parlamentari: “La Repubblica è stata umiliata. La laicità calpestata da chi dovrebbe garantirla. L’ultimo capo di Stato a visitarlo è stato Pétain. Tutto questo blabla sulla legge sulla laicità è servito solo a stigmatizzare i musulmani. Vergognoso”.



Se queste reazioni non meritano la nostra attenzione, è invece interessante soffermarsi sul concetto di laicità tanto caro ai francesi, anche se così poco compreso da loro stessi, e le cui ambiguità interpretative lasciano il campo aperto alla strumentalizzazione del concetto da parte dei partiti estremisti, strumentalizzazione che Macron aveva già denunciato nel 2020 parlando di “una trappola dell’amalgama” “tesa da polemisti ed estremisti che consisterebbe nello stigmatizzare tutti i musulmani”, per giocare sulle “paure” della società francese legate all’immigrazione e alle pratiche religiose.



Se il concetto di laicità oggi cristallizza tutte le passioni intorno all’islam e alla crescita del radicalismo, la laicità come eccezione francese nasce nel 1905 con la promulgazione della legge sul separatismo delle Chiese e dello Stato al termine di una lotta politica condotta in particolare dal campo repubblicano, che voleva porre fine all’oscurantismo religioso e alla presa della Chiesa cattolica sulla società.

Se il concetto oggi è difficile da afferrare, è perché gli si vuole dare un significato completamente diverso: laicità come strumento per l’integrazione dei musulmani nella società per alcuni, come ragione del fallimento di questa integrazione a causa di una intransigenza dello Stato nei confronti del culto musulmano per gli altri. Manipolando il concetto per fini di parte e politici, giocando sull’ambiguità lasciata dagli autori della legge in un momento in cui cattolici e repubblicani dovevano riconciliarsi, gli estremisti stanno deviando lo spirito della legge.



Emmanuel Macron durante il “Grande dibattito nazionale” del 2019 ha risposto alla domanda sulla laicità in questi termini: “Laicità? La legge del 1905 non è altro che la legge del 1905”. Cosa dice questa legge che scatena gli animi? L’articolo 1 indica che “La Repubblica assicura la libertà di coscienza. Garantisce il libero esercizio del culto”, mentre l’articolo 2 formalizza la separazione tra Chiese e Stato. I due primi articoli illustrano lo spirito del testo ereditato dai filosofi dell’Illuminismo e della Rivoluzione. Patrick Weil, politologo e storico, ne spiega il contenuto così: è la libertà di tutti di credere o di non credere senza subire pressioni ed è la neutralità dello Stato in questo campo. La legge quindi sottolinea la libertà dell’individuo e l’uguaglianza dei cittadini, credenti e non, dinanzi allo Stato. Emmanuel Macron precisa: “La laicità è la possibilità di esercitare il proprio culto finché è assicurato l’ordine pubblico. La laicità è la neutralità dello Stato e in nessun caso la cancellazione delle religioni nello spazio pubblico. Il laicismo è il collante di una Francia unita”. E ancora: “Io non chiedo a nessuno dei nostri cittadini di credere o non credere, di credere poco o moderatamente, non sono affari della Repubblica, ma chiedo a tutti i cittadini, qualunque sia la loro posizione, di rispettare assolutamente tutte le leggi della Repubblica”.

Se alcuni vedono nella visita del Capo dello Stato a Lourdes solo il desiderio di avvicinarsi all’elettorato cattolico frustrato dall’approvazione della legge sulla bioetica e più in generale deluso dall’assenza di misure concrete per “riparare il legame tra Chiesa e Stato” come lo aveva promesso Emmanuel Macron nel 2018, le polemiche sulla laicità rilanciate in particolare da La France Insoumise di Jean Luc Mélenchon ricordano, come il presidente della Repubblica l’aveva precisato nel 2020, che “dobbiamo riuscire nella nostra società a stabilire il posto dell’islam, religione poco presente nel 1905. Dobbiamo affrontare questa sfida pacificando il rapporto con l’islam senza indebolire la legge del 1905”.

A forza di accusare il governo di islamofobia, di disprezzare i valori della Repubblica dando loro interpretazioni di parte ed erronee a fini elettorali, alcuni fanno il gioco degli estremisti contro la nazione unita. Il dibattito sulla laicità, a un anno dalle elezioni presidenziali, è tutt’altro che concluso.

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