L’ASSE MACRON-PAPA FRANCESCO PER INNESCARE LA PACE IN UCRAINA

Il riserbo praticamente assoluto sul colloquio di quasi un’ora avvenuto lunedì scorso in Vaticano tra Papa Francesco e Emmanuel Macron è durato lo spazio di 24 ore: nella giornata di ieri infatti è emerso dalle parole dirette del Presidente francese l’intento di quell’incontro, quasi completamente orientato alla guerra in Ucraina. Non solo, Macron fa sapere di aver chiesto a Papa Francesco – trovando piena concordanza – di potersi porre lui come mediazione diretta tra il Presidente Usa Joe Biden e il Presidente della Russia Vladimir Putin. «Ho incoraggiato Papa Francesco a telefonare a Vladimir Putin e al patriarca Kirill di Mosca, ma anche a Joe Biden», spiega il n.1 dell’Eliseo al settimanale “Le Point”, aggiungendo come «abbiamo bisogno che gli Stati Uniti si siedano attorno al tavolo per favorire il processo di pace in Ucraina».



Secondo Macron (e non solo secondo lui), Joe Biden ha «un vero rapporto di fiducia con il Papa. Il Pontefice può avere un’influenza su di lui per il reimpegno americano ad Haiti e in Ucraina». Papa Francesco dopo aver per mesi richiamato l’intera comunità internazionale al rischio concreto di una terza guerra mondiale nucleare dopo il conflitto in Ucraina, e dopo aver personalmente proposto la sua mediazione con Putin e Zelensky per impostare un negoziato di pace, si trova ora ad essere investito dal Presidente Macron dell’appoggio in Europa di un tentato dialogo con chi ha iniziato la guerra (Mosca) ma anche con chi potrebbe farla finire (Washington) cedendo al ruolo di “falco” avuto fin qui.



RUSSIA POSITIVA A MEDIAZIONE DEL PAPA, VATICANO “BENE L’APERTURA DI MOSCA”. DALL’UCRAINA…

Dopo le parole di Macron che ha rivelato l’asse concreto con Papa Francesco un primo, importantissimo, segnale è giunto dalla Russia: «Se tutto ciò è davvero in linea con gli sforzi finalizzati alla ricerca di possibili soluzioni, allora lo valutiamo positivamente», ha fatto sapere in una nota il portavoce di Vladimir Putin al Cremlino, Dmitri Peskov. Insomma, Mosca accoglie positivamente la proposta del presidente francese Macron di includere papa Francesco e le autorità Usa nei colloqui per la soluzione della situazione in Ucraina. Il problema resta, sottolinea lo stesso Peskov, la posizione di Kiev: in maniera provocatoria il Cremlino si chiede «chi chiama Zelensky?». Non solo, il portavoce di Putin aggiunge come «Macron non ha detto nulla sul fatto che qualcuno dovrebbe chiamare Zelensky e occuparsi del quadro legislativo, che ora vieta qualsiasi negoziato con la parte russa».



Citato infine dalla Ria Novosti, Peskov conclude la nota dicendo che la Russia è pronta a discutere di tutto «con gli americani e con i francesi e con il Pontefice. Ripeto ancora una volta, la Russia è aperta a tutti i contatti. Ma bisogna partire dal fatto che l’Ucraina ha codificato il fatto di non continuare le trattative». Dal Vaticano arrivano parole di apprezzamento per l’evoluzione delle trattative “preliminari” in queste ore: «Questo è positivo, che ci sia un’apertura di questo genere evidentemente si tratta di una apertura generica che si dovrà poi concretizzare tenendo conto di tutti gli aspetti ma che ci sia disponibilità a parlare mi pare un segno», lo dice il segretario di Stato Vaticano, card. Pietro Parolin apprendendo dalla stampa delle dichiarazioni del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Alla luce di tutte queste trame vanno dunque “rilette” le parole usate da Papa Francesco ieri al termine del convegno della Comunità di Sant’Egidio sulla pace mondiale: «Non siamo neutrali ma schierati per la pace. […] I governanti facciano tutto quello che è in loro potere per salvare la pace. […] Il grido della pace esprime il dolore e l’orrore della guerra, madre di tutte le povertà». Anche dagli Stati Uniti iniziano ad aprirsi le prime “crepe” nella posizione dura e pura per sanzioni alla Russia del Partito Democratico Usa: 30 parlamentari della sinistra dem hanno firmato un appello in cui chiedono l’immediato tentativo del Presidente Biden per una trattativa negoziale con la Russia di Putin per poter far fermare l’atroce guerra in Ucraina.