Emmanuel Macron, presidente della Francia, ha parlato in esclusiva ai giornalisti di Ouest France, del Corriere della Sera e del gruppo tedesco Funke. Proprio dalla testata italiana riprendiamo alcuni passaggi della sua intervista, che ha mosso i suoi primi passi dalla lotta politica contro Marine Le Pen: secondo Macron, qualora la donna dovesse vincere le elezioni, si assisterebbe a “un’uscita dall’Europa non dichiarata. Lei propone è di diminuire il contributo della Francia all’Europa, rinunciare alla primazia del diritto europeo sul diritto nazionale, uscire dal mercato europeo dell’energia, stabilire una preferenza nazionale sui posti di lavoro, ristabilire i controlli alle frontiere con tanti doganieri quanti ce ne erano nel 1990. Significa uscire dal progetto europeo sul clima, dalle alleanze con la Germania, e costruire una specie di alleanza delle nazioni europee, che non sarebbe dunque più l’Ue, e un’alleanza con la Russia. Dunque, sarebbe la fine dell’Unione europea e la fine dell’asse franco-tedesco”.



Inevitabili, poi le domande sulla guerra in corso in Ucraina: quanto è elevato il rischio di escalation? “È molto alto – ha confermato Macron –. Quel che è successo mercoledì, con il lancio del missile intercontinentale, è molto grave. I due pericoli sono l’escalation verticale e quella orizzontale. Penso che dobbiamo fare di tutto per evitare questo incendio, fermando la guerra”. Le prossime sanzioni da erogare nei confronti della Russia rischiano di creare una frattura tra gli europei? “Siamo sempre riusciti a costruire un’unità. È normale che esistano precauzioni, sensibilità differenti. Siamo tutti coscienti che siamo davanti a scelte importanti. Lo dico con senso di responsabilità, tanto più che la Francia dipende molto meno dal gas e dagli idrocarburi russi. Siamo un mercato interconnesso. E io tengo all’Europa. Saremo solidali”.



MACRON: “BISOGNA CONTINUARE A PARLARE A PUTIN”

Sempre nell’ambito dell’intervista esclusiva, almeno per l’Italia, al “Corriere della Sera”, Emmanuel Macron ha tenuto a precisare che dovranno continuare i dialoghi con Vladimir Putin: “Bisognerà preparare la pace. Un giorno ci sarà un cessate il fuoco. Ci saranno potenze garanti, e noi saremo tra loro. Dunque, penso che si debba essere molto attenti. Lo dico con molta gravità e, oserei dire, con una forma di peso etico, ma se per stanchezza scegliamo di non parlargli più, allora lasciamo la responsabilità di parlare con Vladimir Putin al presidente turco, al primo ministro indiano, al presidente cinese. E decidiamo che saranno i non europei a costruire la pace in Europa, il giorno dopo. Quindi, anche se è talvolta inefficace, bisogna insistere”.



Vladimir Putin, ha concluso Macron, indubbiamente è il dirigente della Russia, ma è anche “un uomo intelligente, non lo contesto. E voglio credere che ci sia ancora in lui qualcosa che lo porti a volere lasciare alla storia, al suo popolo, qualcos’altro che non sia il caos e l’ignominia. Il giorno del ‘cessate il fuoco’ dovremo essere presenti al tavolo dei negoziati per garantire la sicurezza collettiva e la pace nella regione”.