La Francia va “civilizzata” di nuovo e per farlo bisogna rafforzare l’autorità degli insegnanti e fare in modo che i bambini trascorrano più tempo a scuola e meno davanti agli schermi. Questa la ricetta di Emmanuel Macron, il quale ha annunciato di volersi occupare personalmente della politica scolastica francese. Infatti, ha anticipato che l’educazione civica sarà posta al centro e che le lezioni di storia vanno riformate per insegnarla in ordine cronologico (ma l’Associazione degli insegnanti di storia e geografia fa notare che è già così da molto tempo). Inoltre, promette ai presidi maggiore indipendenza e 30 minuti di sport al giorno per gli alunni, oltre ad una maggiore educazione all’arte e alla cultura.
Il presidente francese ne ha parlato in un’intervista alla rivista Le Point, nella quale ha affrontato anche il tema delle violenze scoppiate in Francia all’inizio dell’estate, dopo che Nahel Merzouk, un 17enne di origine nordafricana, è stato ucciso da un agente di polizia nella regione di Parigi. Macron ha dichiarato che la settimana prossima convocherà gli esponenti dell’opposizione per affrontare la questione, ma l’intervista è per lui un’occasione per ribadire che mantiene il controllo del Paese, nonostante la perdita della maggioranza parlamentare lo scorso anno e le lotte tra i ministri che sperano di succedergli nel 2027.
MACRON “NON SONO UN’ANATRA ZOPPA”
“Non mi sento affatto un’anatra zoppa. Sono stato rieletto poco più di un anno fa per un mandato di cinque anni. Presiederò fino all’ultimo quarto d’ora. Ho il voto democratico, le istituzioni e l’energia per farlo“, ha dichiarato Emmanuel Macron. Il tema dei disordini si lega alla necessità di “ri-civilizzare” la Francia, dove è in corso il crollo dell’autorità nelle famiglie, a scuola e nella società, fenomeno che Macron attribuisce alla diffusione dei social. “Non fraintendiamo: abbiamo bisogno di meno schermi e più scuola“, ha aggiunto Macron, secondo cui gli alunni con brutti voti dovranno tornare in classe due settimane prima dei loro compagni.
L’inquilino dell’Eliseo nega che l’immigrazione sia dietro i disordini, ma punta il dito contro gli immigrati di seconda e terza generazione che, a suo dire, spesso non si sono integrati nella società francese. “Le persone che si sono allontanate di più dai nostri valori sono spesso nate qui“, ha detto. Comunque, la Francia ha bisogno di un’educazione più rigida. “Perché parlo così tanto di scuola? Perché è il cuore della battaglia che dobbiamo combattere, perché è da lì che ricostruiremo la Francia. Non faremo alcun compromesso con i principi della scuola: l’autorità del sapere e l’autorità degli insegnanti“. Pur volendo creare un consenso politico per portare avanti le riforme, Macron non esclude di ricorrere al referendum se necessario.
PRIME TENSIONI SU RIFORMA DELLA SCUOLA
Da settimane Emmanuel Macron parlava di una “grande iniziativa politica” per l’autunno. A Le Point ha rivelato che si tratta di un incontro con l’opposizione per trovare un “terreno comune” per approvare le sue proposte di legge, a partire dalla riforma della scuola. “Ho parlato di de-civilizzazione qualche mese fa. È quello che abbiamo visto. Quindi dobbiamo andare avanti con il lavoro di ri-civilizzazione“. Macron minaccia: “Dobbiamo smettere di mandare al sesto anno il 20% degli alunni che non sanno leggere, scrivere o contare“. Non è chiaro, però, se questo voglia dire introdurre un esame di ammissione al 6e o aumentare le bocciature. “Ci sono troppe vacanze e le giornate sono troppo piene“, prosegue Macron, secondo cui la soluzione è “far rientrare a scuola gli alunni più in difficoltà a partire dal 20 agosto“.
Anche in questo caso c’è scetticismo: “Sono anni che facciamo corsi di aggiornamento: se funzionassero per gli alunni con gravi difficoltà, lo sapremmo“, dichiara Guislaine David, segretaria nazionale della FSU-Snuipp, come riportato da L’Humanité. Per quanto riguarda il liceo professionale, la situazione è “inaccettabile” per il presidente francese. “Circa un terzo” degli studenti abbandona gli studi e “si produce disoccupazione“. Una bugia, però, secondo lo Snuep-FSU: si tratta del 13%, un dato “negativo” ma, aggiunge il sindacato, ben lontano dal “numero spaventoso di contratti non rispettati” nell’apprendistato (fino al 50% in alcuni settori), che Emmanuel Macron sta comunque portando avanti con miliardi di sussidi.
MACRON, BUFERA SU FAMIGLIE E QUADRO SOCIALE
C’è un cenno anche alla famiglia. Per Emmanuel Macron è essenziale e in pericolo. “I quadri familiari ed educativi sono esplosi“. Un’analisi confutata da Johan Jousseaume della Confédération syndicale des familles: “Il quadro familiare è cambiato negli ultimi trent’anni. Ma questa evoluzione, che è essenzialmente legata alla liberazione della donna, non significa che non ci sia un quadro. L’espressione usata da Emmanuel Macron fa pensare che tutto si stia disintegrando, mentre in realtà sta cambiando“. Jousseaume è sorpreso anche dal modo in cui Macron attacca le famiglie monoparentali e i bambini del sistema di assistenza all’infanzia, accusate di costituire “la grande maggioranza delle persone arrestate” durante le proteste seguite alla morte di Nahel. “È un po’ come dire che i bambini di queste due categorie sono tutti potenziali delinquenti“, commenta l’attivista a L’Humanité. Jousseaume si rammarica di questa stigmatizzazione di minori in grande difficoltà che, invece, meritano maggiori investimenti da parte dello Stato. Per quanto riguarda le famiglie monoparentali, deplora soprattutto “la mancanza di riflessione sul cambiamento del quadro sociale che è stato organizzato intorno alla famiglia tradizionale, dalle modalità di custodia dei bambini agli orari di lavoro“.